Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il voto del prossimo 12 e 13 febbraio non rappresenta un’elezione locale. Solamente in Lazio e Lombardia è chiamato alle urne un italiano su quattro. Sarà il primo vero test per governo e opposizioni. In generale l’esito sembra abbastanza scritto, almeno a giudicare dai sondaggi. In questo articolo potete trovare una raccolta dei principali.
Milano e Roma, con le due Regioni più popolose del paese; i cento giorni del governo e delle opposizioni; il posizionamento dei singoli partiti e la corsa alle preferenze; roccaforti e sorprese locali. Mancano meno di due settimane a un’elezione che non è solo regionale. C’è molto di più nella tornata elettorale del 12 e 13 febbraio. Il piatto forte sono ovviamente le Regionali in Lazio e in Lombardia che chiamano a votare un italiano su quattro. Ma c’è anche una tornata amministrativa che coinvolge oltre 700 comuni. Come andrà? L’esito appare abbastanza scontato, questo è quello che dicono i principali sondaggi. Che potete trovare qui.
Fontana verso la riconferma in Lombardia
A guardare gli ultimi sondaggi, la riconferma al Pirellone di Attilio Fontana sembra più che probabile. La legge elettorale Regionale in Lombardia come in Lazio non prevede il ballottaggio. Vince chi ottiene un voto in più. Il Governatore uscente della Lombardia, leghista della prima ora candidato col supporto di tutto il centrodestra è dato ampiamente in vantaggio. A inseguire c’è Pierfrancesco Majorino del centrosinistra; mentre la candidata civica col supporto del Terzo Polo ed ex sindaca di Milano, Letizia Moratti, appare staccata.
La rilevazione Noto attesta Fontana al 46%, Majorino al 28%, Moratti al 20%; non si discostano molto da queste quelle Ipsos che danno Fontana in una forbice tra il 40-46%, Majorino al 31-36%, Moratti al 17-20%. Lo scarto minore tra i candidati di centrodestra e centrosinistra è quello fotografato da Izi: Fontana primo al 43%; Majorino secondo con quattro punti di distacco al 39%. L’unico sondaggio che mostra uno scenario differente è quello di Winpoll. Ma non fa ben sperare il centrosinistra: Moratti infatti sarebbe addirittura seconda dietro a Fontana, ma davanti a Majorino.
Niente di nuovo sul fronte lombardo, dunque. La Regione sembra essere destinata a rimanere sotto il controllo del centrodestra. Come è sempre accaduto da quando esiste l’elezione diretta del Presidente dal 2000. , con l’elezione di Maroni e Formigoni prima di Fontana. Da quando esistono le Giunte Regionali nel 1970, al Pirellone ci sono stati solamente presidenti democristiani, leghisti o di centrodestra. L’unica eccezione è il breve mandato tra il 1992 e il 1994 di Fiorella Ghilardotti, del Partito democratico della Sinistra; rimasta in carica solo un anno e mezzo a cavallo di Tangentopoli. La scorsa elezione è stata stravinta da Attilio Fontana, che nel 2018 ha sfiorato il 50% dei voti. Lo sfidante Giorgio Gori, sindaco di centrosinistra di Bergamo, non superò il 29%.
Rocca in testa nei sondaggi sul Lazio
A differenza della Lombardia, il Lazio ha conosciuto una maggiore alternanza al governo della Regione tra le due principali coalizioni della politica italiana. Scenario che dovrebbe confermarsi anche nella successione a Nicola Zingaretti, ex segretario del Pd, ora diventato deputato alla Camera. Tutti i sondaggi concordano nel riconoscere il vantaggio di Francesco Rocca del centrodestra su Alessio D’Amato del centrosinistra.
L’ex presidente della Croce Rossa italiana – con un difficile passato alle spalle – sfrutta la divisione dell’alleanza giallorossa che era nata proprio dopo il voto del 2018. Centrosinistra e Movimento 5 stelle correranno in fatti separati. A D’Amato, ex vice di Zingaretti, i pentastellati hanno contrapposto la giornalista Donatella Bianchi. Rispetto alla Lomabardia però il divario tra i candidati potrebbe essere minore.
Si va dalla rilevazione di Winpoll che registra un divario di solo 2,5 punti tra Rocca e D’Amato. Fino al sondaggio Swg che attesta ben 12 punti di vantaggio a Rocca (45,6% contro il 33,4 di D’Amato). In mezzo ci sono varie sfumature di rilevazioni. Per BiDiMedia Rocca avrebbe 9 punti di vantaggio sullo sfidante (45 a 36%). Ipsos ipotizza un distacco di solo 7 punti tra Rocca (al 41%) e D’Amato al 34%. Nessun sondaggio mette in discussione il piazzamento dei tre candidati. Primo Rocca, secondo D’Amato e terza con distacco Bianchi che non supererebbe in alcuna rilevazione il 20%. Il centrodestra sembra quindi destinato a tornare al governo del Lazio dopo più di 10 anni. In uno scenario probabilmente meno incerto del voto del 2018; quando Zingaretti vinse di circa un punto su Parisi.
L’affluenza è davvero un’incognita?
Uno dei pochi indicatori che potrebbe essere di buon auspicio per il centrosinistra è quello dell’affluenza. Anche se la tendenza decennale del voto regionale non sembra indicare uno scostamento dal trend storico di qualsiasi elezione nel nostro paese. Anche alle Regionali l’affluenza al voto è in costante calo. Nel 2018 in Lombardia votò il 73% degli aventi diritto; in Lazio il 66%. Con un calo del 3 per cento in Lombardia e addirittura del 5 in Lazio. Questo nonostante il fatto che il 4 marzo 2018 ci fosse stato l’Election day che prevedeva l’unione delle elezioni politiche a quelle Regionali (che storicamente dovrebbe favorire una maggiore affluenza). Gli istituti demoscopici per questa tornata prevedono un ulteriore abbassamento dei votanti. L’affluenza dovrebbe scendere drasticamente in Lombardia verso il 65%; e in misura minore in Lazio, dove alle Politiche ha votato il 63%. Ma ci sono sondaggi che rivelano scenari drammatici con meno del 50% degli elettori che si recano alle urne. Staremo a vedere.