Nel classico mercoledì tumultuoso nella redazione di True-News.it, con i colleghi Federico e Stefano abbiamo tenuto una riunione con il nostro direttore. Dei punti discussi vedrete pian piano gli effetti sul portale. Il dettaglio che mi è rimasto impresso riguarda un momento pre-riunione. Sul retro del mio pc, un Asus ormai invecchiato (male), ho un adesivo con scritto “Vitalenta”.
Un progetto di un amico pugliese – terrone come me – che valorizza, con foto e video sui social, frammenti di vita di piccoli paesi. Vecchietti seduti di fronte al mare, bambini che giocano a pallone in vicoli stretti. Il mio direttore si accorge dell’adesivo, per la prima volta, e mi fa: “La vita deve essere veloce”. Del resto, cosa potevo aspettarmi da un milanese?
Mi ha fatto pensare e mi sono chiesto:
Perchè non fare un’indagine sulla sulla retorica dell’Italia slow e sui finanziamenti ai borghi?
Legge Salva Borghi, case a 1 euro? Investimento o fuffa?
Da tempo, spuntano come i funghi, annunci di case a 1 euro in paesini sperduti e disabitati di tutta Italia. Dai borghi in altura a quelli con romantiche visuali sul mare, non c’è paese che non abbia messo in vendita immobili malandati al prezzo simbolico di un euro. Con l’obiettivo di ripopolare città semi-fantasma magari attraendo persone da tutto il mondo. Come gli americani. Che amano questi scorci d’Italia ma, forse, una volta arrivati nel borgo, scoprono che l’immobile è in condizioni pietose. Altro che un euro, ne servirebbero migliaia per viverci. E poi, una volta ristrutturato, restano vari disagi: in un paese che sta scomparendo, spariscono anche i servizi, le scuole, la connessione a Internet, se c’è, è lenta. Va bene la vita lenta, ma disconnessi dalla rete sociale e lavorativa forse no.
Legge Salva Borghi: le due ondate di finanziamenti
Alle iniziative dei Comuni, si è aggiunta, negli ultimi anni, una pioggia di finanziamenti targati Ministero dei Beni Culturali. O meglio, Dario Franceschini, che ha occupato la poltrona del dicastero dal 2014.
Tra le spese dell’ex ministro, compaiono anche soldi a palate per progetti di riqualificazione o valorizzazione di borghi e paesini. Le tranche di finanziamenti sono state due. La prima, con decreto del 13 ottobre 2021, co-firmato da Franceschini e dall’ex ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, assegnava in totale 300 milioni a borghi e centri storici di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. La seconda è, invece, legata al PNRR, ed è ancora più ricca: due linee di azione con 420 milioni di euro a 21 borghi individuati da Regioni e Province autonome e 580 milioni di euro ad almeno 229 borghi selezionati tramite avviso pubblico rivolto ai Comuni.
Sulla carta una manovra interessante, sicuramente ideale per sostenere il turismo. Ma c’è qualcosa che non mi convince. Mi sono cominciato a chiedere: come stanno investendo le risorse le amministrazioni dei borghi e dei piccoli comuni? Hanno strumenti e competenze per riuscire a portare a termine i progetti? E soprattutto rifletto sull’aspetto cronologico. Il Pnrr vuole che tutto sia compiuto entro il 2026.
Legge salva Borghi: Ce la faranno i nostri eroi?
Così parto con le ricerche. Scarico l’elenco dei 21 comuni assegnatari di 20 milioni a testa, selezionati da Regioni e province, e comincio a ricercare.
Legge Salva Borghi: il caso di Rocca Calascio
La prima regione, in ordine alfabetico, è l’Abruzzo: il Comune di Rocca Calascio, in provincia de L’Aquila, ha ricevuto 20 mln per “un’albergo diffuso, un’area per il campeggio e per la sosta dei cavalli lungo il percorso dell’ippovia”. Digito il nome del paesino su Google e la testata locale Abruzzoweb fa emergere subito una falla. Secondo l’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, i 20 milioni di euro di fondi Pnrr vinti dal comune di Calascio, in provincia dell’Aquila, messi a disposizione dal bando del Mibac per i progetti pilota di riqualificazione dei borghi, sono stati assegnati a fronte di illegittimità, in quanto il progetto è stato redatto da un professionista a titolo gratuito, ma senza selezione, violando “i principi concorrenza, par condicio ed equo compenso”. Inoltre perché “sono stati sovrastimati gli immobili da acquisire dai privati, violato il principio di economicità”, in riferimento a sette immobili necessari a realizzare un albergo diffuso, valutati 545 euro a metro quadro, invece di 440 euro, considerati congrui dalla stessa Anac.
Vero è anche che il Tar, mesi prima, aveva respinto sia il ricorso dello stesso Comune di Castelli che quello di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti, riconoscendo la correttezza e la regolarità con cui la commissione ha scelto la Rocca di Calascio quale progetto beneficiario dei 20 milioni del PNRR. Ed eccoci, quindi, nel pieno delle lungaggini burocratiche italiane che si incrociano con i veti giudiziari. Ora, da un lato, l’Enac rileva ipotesi di corruzione, dall’altro il Tar dice che è tutto ok. E, infatti, il progetto è partito. Ma voglio capirci di più. Contatto il centralino del municipio: l’ufficio del sindaco squilla a vuoto, dall’ufficio ragioneria mi comunicano che “il sindaco è disponibile la prossima settimana”. L’operatore si dice ignaro del progetto: “Non so dirle nulla, anche perché io vengo qui una volta a settimana”.
Questi borghi, così celebrati e osannati, non dovrebbero essere fieri di vantare le iniziative di riqualificazione? E’ solo una mia speranza.
Mi sposto in Lombardia, convinto – dallo spirito dei miei colleghi- che nella locomotiva d’Italia tutto proceda secondo i piani. Il Comune di Pertica Alta – a me sconosciutissimo – in provincia di Brescia (553 abitanti, dice Wikipedia) ha ricevuto il finanziamento per “Livemmo”, un’iniziativa “per l’arte e la cultura”. Sono curioso. Cerco il sito del comune, chiamo. Mi risponde un uomo, tipico accento bresciano: “Non so dirle, mandi una mail e la giriamo al sindaco”. Gli chiedo: “Posso parlare con l’ufficio tecnico o ragioneria?”.
Il sindaco: “Siamo un piccolo paese, il tecnico non c’è”.
Mi aspettavo di più dal piccolo borgo bresciano. Proseguo. Chiedo ai colleghi di nominarmi una regione a caso. Alessia subito risponde: “Calabria”.
A Gerace (RC) si procederà con il recupero del patrimonio culturale e al miglioramento di fruizione e accessibilità, attraverso interventi digitali. Figo! Premo il tasto della chiamata: “Si tratta di attivare strumenti tecnologici per consentire di vivere il Comune in modalità 4.0”, mi dicono dall’ufficio ragioneria. Che ammette le difficoltà nel tradurre dalle parole ai fatti il progetto: “Tra burocrazia, carenza di personale, faticosamente, con molto impegno e sacrificio, stiamo procedendo”.
Legge Salva Borghi: le difficoltà tecniche dei Comuni
Quello delle difficoltà tecniche nel rapportarsi ai fondi e ai progetti del PNRR è un problema comune. In Basilicata lo dicono chiaramente: hanno bisogno di supporto. Il Comune di Rionero, capofila del progetto riguardante l’area di Monticchio che ha ottenuto il finanziamento di 20 milioni di euro nell’ambito della Linea A, e gli altri Comuni finanziati dal ministero nell’ambito della Linea B (Accettura, Pietrapertosa, Castelmezzano, Rapone e Ginestra) hanno chiesto in particolare di essere aiutati a velocizzare le azioni ministeriali che riguardano in particolare l’assunzione di personale per l’assistenza tecnica. Hanno inoltre evidenziato la necessità di essere seguiti in un eventuale tutoraggio da un soggetto quale Cassa Depositi e Prestiti con cui è allo studio un eventuale protocollo di collaborazione. Insomma, pare che senza tutoraggio non si vada avanti.
Da altre parti, come in Sardegna, si è molto vaghi. Non solo sui tempi ma proprio sui dettagli dell’investimento. Secondo il Ministero, il Comune di Ulassai (NU) valorizzerà del patrimonio naturale, artistico e culturale, proponendo un progetto di 38 iniziative. Mi risponde una collaboratrice dell’ufficio tecnico: “Stiamo andando avanti, tra un mese dovremmo appaltare i lavori”. Mi dice che dovrei parlare con il sindaco che, però, al momento della chiamata non è in ufficio. Ero curioso di conoscere almeno una delle 38 iniziative ma resto deluso. E va peggio consultando la sezione “amministrazione trasparente”: l’utimo bilancio caricato è quello del 2013 – praticamente 10 anni fa – eppure i Comuni, proprio per la trasparenza, sono tenuti a pubblicare tutti i documenti amministrativi.
E Ulassai non è solo in questa operazione di evanescenza. Poco dopo, una volta comprese le difficoltà con cui i borghi si approcciano ai i fondi del Pnrr, cerco di capire se sia andata meglio con la precedente ondata di supporto economico ai paesini.
Legge Salva Borghi: come vanno i progetti del decreto Franceschini-Garavaglia?
Insomma, il decreto firmato nel 2021 da Franceschini e Garavaglia. I titoli dei progetti hanno un taglio romantico: c’è, ad esempio, il “Progetto della felicità”, proposto dal comune di Martesano, in provincia di Lecce, che ha ricevuto un milione. Città a me sconosciuta, digito il nome su Google, navigo sul sito del Comune, chiamo: la linea telefonica mi porta a premere il tasto per connettermi con l’ufficio ragioneria. Mi risponde un uomo che, a differenza di quanto immaginassi, non ha la tipica cadenza leccese (lu sole, lu mare, lu ientu e cosi via). Mi spiega che “il progetto servirà a riqualificare il centro storico e che, completata l’assegnazione, sarà concluso entro 18 mesi”. Mi sembra vada meglio rispetto al PNRR. Ma è solo un’impressione
Al Comune di Valsinni, in provincia di Matera, è destinato un altro milione per il progetto “dal centro storico al centro del futuro”. Ripeto la procedura. Questa volta basta premere il tasto 1 per parlare con il sindaco. Gennaro Olivieri mi risponde subito:
“I soldi serviranno per la sistemazione di piazze, percorsi e luoghi di interesse. Il progetto è in fase di progettazione esecutiva. La scadenza mi pare sia nel 2024 o 2025, non ricordo bene”.
Mi sembra che non ci siano molte certezze. Anche perché, per avere una conferma ufficiale dell’utilizzo dei fondi, mi metto in cerca del bilancio del Comune. Peccato, però, che, cliccando su bilanci, compaia la scritta “errore”. “Nessun contenuto presente, torna indietro o utilizza il menu per continuare la navigazione”.
Non torno indietro. Interrompo la mia “navigazione” tra i paesini e i borghi assegnatari di milioni per i progetti di riqualificazione. Continuerò l’indagine, ci sono altri municipi da contattare. Ma, dopo questo primo giro, un’idea me la sono fatta: è stato facile assegnare i finanziamenti, sarà più difficile portare a termine i progetti in realtà dove il personale scarseggia o non ha le competenze necessarie.
Insomma, armiamoci e partite!