Ludovico Manzoni, chi è costui? Negli ultimi giorni, si sta conquistando i titoli delle principali testate online, contenuto a pagamento, per il suo podcast su Pinochet. Starebbe “scalando le classifiche”, si scrive. Il progetto, in cinque puntate, è disponibile su tutte le piattaforme di streaming, ed è stato elogiato anche da Vanity Fair con un accorato articolo scritto da Daria Bignardi, madre dell’enfant prodige 26enne. Il Corriere della Sera lo definisce “un milanese innamorato dell’America del Sud”. L’Huff Post “un giovane uomo che parla a giovani uomini” (alle donne, invece, no?). Nato dal primo matrimonio della nota giornalista e scrittrice con l’ex marito Nicola Manzoni, il ragazzo a soli 19 anni si era candidato come consigliere comunale a Milano, nelle fila del Partito Democratico. Poi, gli anni di studio in Cile e l’incontro fortunato con Isabel, figlia di Salvador Allende. La donna, stando alle cronache della genitrice del fanciullo, gli avrebbe strappato la promessa di commemorare il golpe per il 50esimo anniversario dei fatti. Incredibilmente, Ludovico Manzoni ci è riuscito. Superando, ovviamente, tante difficoltà. A livello narrativo, s’intende. Nasce un nuovo giovane favoloso che poi è il solito figlio di Mazinga. Un altro grande giorno per farci un po’ prendere in giro dal potere dei sogni, dei grandi sacrifici, della forza di volontà che tutto può e ogni cosa fa.
Ludovico Manzoni, mamma Daria è preoccupata (e lo invita in radio)
Ludovico Manzoni può contare sull’ampio sostegno dei genitori. E, se non altro, non lo nasconde. Come non lo nasconde nemmeno mamma sua, Daria Bignardi. Sotto al post Instagram del rampollo per il lancio del podcast, la nostra commenta pubblicamente: “Ho ascoltato la prima puntata, ottima! Vieni a parlarne in radio lunedì?”. Un po’ come accade a qualunque Under 30 pubblichi un podcast, per altro supportato da Huff Post, anzichenò. Il pezzo di Vanity Fair in cui la prima conduttrice del Grande Fratello commenta il progetto del figlio, poi, ha toni da origin story di un Avenger. A soli otto anni, il piccolo Ludovico Manzoni avrebbe chiamato la nonna paterna, esultando perché: “È caduto il Governo (Berlusconi)!”. Un predestinato, insomma. E tale predestinazione alla politica ha creato qualche preoccupazione nella genitrice. Lei, già che c’è, non nasconde neanche questo. E, infatti, verga di non essere contenta delle inclinazioni del pargolo “prevedendo delusioni e frustrazioni nel suo futuro. Ma quando lo dico tutti mi zittiscono: «Bello dai che ci siano giovani bravi e onesti che se ne occupano!». Sì ma perché proprio mio figlio, poveraccio?”. Possiamo già sentirci di rassicurarla: per il momento, al giovane favoloso sembrerebbe, seppur contro ogni pronostico, andare un gran bene.
Ludovico Manzoni e gli altri “figli di Mazinga” di successo
Under 30 che ce l’hanno fatta. Un trend invalso sulle testate nazionali negli ultimi tempi. Si parla di giovani (e giovanissimi) riusciti nell’impresa di affermarsi, lato carriera, con risultati straordinari. Come, per esempio, Giulia Predetti. Il primo settembre scorso non c’era testata nazionale che non la elogiasse: 27 anni appena, già alla guida di un’azienda da 6 milioni di euro di fatturato. Non è mancata un’intervista con strascico femminista: “Sono il capo, ma alle fiere mi prendono per una hostess”, lamentava lei. Ciò prima che alcuni tra i più attenti lettori si mettessero a fare il lavoro dei giornalisti, venendo a scoprire l’acqua calda. La ragazza, premiata anche da Forbes, è figlia della brianzola famiglia Pedretti, proprietaria dell’azienda arcimilionaria Safe Srl. Svelato questo dettaglio, fa un po’ meno mandrakata leggere di come questa giovane favolosa, a soli 19 anni, sia andata a Londra per uno stage per poi finire a rilevare la ditta che glielo aveva offerto. CEO Giulia, nel board della company a conduzione famigliare, sostiene di aver fatto tutto da sola, anche grazie a una dura gavetta: “Già a 16 anni mi davano i primi piccoli incarichi, i miei mi hanno insegnato la responsabilità”. Una volta imparata, è volata nella capitale inglese dove si è laureata alla Regent’s University, Ateneo prestigiosissimo (e dalla retta stellare). A un anno dalla “prodigiosa” laurea di Carlotta Rossignoli, la stampa nazionale ancora plaude la grande tenacia, l’implacabile cazzimma dei soliti Figli di Manzinga. Se vuoi, puoi. Altrimenti, ci pensano mamma e papà.