Amadeus lascia la Rai. Mentre le migliori firme della nostra critica tv si scannano su chi abbia vergato per primo la scottante indiscrezione del bye bye di Sebastiani al Servizio Pubblico, la gente sui social sembra proprio non riuscire a esimersi dall’avere un’opinione in merito. C’è chi si straccia le vesti, chi accusa il cinque volte conduttore di Sanremo d’essere avido per aver accettato i 100milioni offerti dal canale Nove, invece di rimanere dove stava. I più sostengono che Amadeus, quello che ha portato i Ricchi e Poveri a Sanremo insomma, abbia tagliato la corda per le troppe pressioni politiche che gli toccava subire all’ombra del cavallo di viale Mazzini. Dagospia spiffera che gli sarebbe stata imposta la partecipazione di Povia al prossimo Festival e un mesto “pranzo di cortesia” con Pino Insegno. Il presentatore col “nasone” smentisce tali voci, tanto quanto quelle per cui lui stesso avrebbe richiesto di piazzare la moglie Giovanna Civitillo e altri membri del parentado davanti e dietro le telecamere dell’azienda. In ogni caso, la situazione è questa: frotte di persone che arrivano a fine mese a stento si struggono perché il poro Amadeus fugge dalla Rai, pensandolo martire, forse perfino santo protettore della libertà intellettuale, Braveheart. Come accadde per Fabio Fazio. Vogliamo, per cortesia, smettere di fare drammi quando un milionario cambia canale?
Amadeus lascia la Rai, Meloni implora Fiorello di restare
Amadeus lascia la Rai e diventa un caso di Stato. Letteralmente. La Premier Giorgia Meloni, vedendo il can can della gente sui social e magari interpretandolo come vera emergenza del Paese reale, avrebbe telefonato a Giampaolo Rossi per assicurarsi che almeno Fiorello resti chez mamma Rai. A riportare l’avvenuta conversazione tra alte sfere, il Corriere della Sera. Forse non tutti sanno che una giovane Meloni fece da tata alla figlia dello showman Ciuri, Olivia. Si sospetta che il Signor Presidente del Consiglio possa far leva su cotanto antico legame di fiducia per poter convincere, magari perfino implorando, Fiorello a restare nell’ovile del Servizio Pubblico. Lui intanto dice e non dice: “Non è che debba fare tutto quello che fa Amadeus! Io comunque sono libero, sempre firmato contratti a progetto con le reti. Posso decidere come mi va“. Se la Rai dovesse perdere pure lui, si tratterebbe di una vera e propria Caporetto dopo la dipartita di Fabio Fazio e del fresco fuggiasco Amedeo Sebastiani.
Perché ci prendiamo pena quando un milionario cambia canale?
Italia, Paese di santi, marinai, poeti e di gente che si strugge quando un milionario cambia canale. 25 milioni all’anno per Amadeus, per un piano quadriennale presso il canale Nove che lo porterà ad ammonticchiarne un totale di 100. Povera stella. Sui social si parla di ‘sentiment’ crollato in copiosa percentuale da parte del pubblico verso Ama. Sospettiamo con picco tra Genova e dintorni. Non vogliamo essere populisti, però è difficile non sorridere, diciamo così. Non sorridere di fronte agli stormi di anime piangenti che si scapicollano sui social. E che lo fanno per dirimere una questione nei fatti semplicissima: Ama è andato dove lo ha chiamato il portafogli. Proprio come Fabio Fazio prima di lui. E buon per loro. Ogni altro tipo di considerazione lascia il tempo che trova. Pur permettendo, questo è vero, agli opinionisti di mestiere di riempire la ciotola dei croccantini del gatto con regolarità pure ‘sto mese). Evviva. Parlare di lavoro, di pressioni, perfino di ingiustizie legate a tal spinosa tematica si può e si deve. Riguarda tutti, chi più chi meno, ma continuiamo a preoccuparcene, a scendere nelle piazze social, solo quando (forse) tocca personaggi tv o calciatori milionari. E le nostre buste paga, ad avercene lo straccio d’una, mute. Che amarezza. Mettessimo la medesima foga a protestare per ciò che subiamo realmente sulla pellaccia ogni giorno, forse rischieremmo pure di arrivare a fine mese. Chissà. Invece, preferiamo twittare, poveri e precari, sulle sciagurate sorti dell’arci-milionario Sebastiani Amedeo o chi per esso, in eterno. Contenti noi.