“Uno strumento formidabile ma il cui uso va regolamentato”. Nella discussione sul Trojan, il virus spia che infetta i dispositivi informatici per le captare intercettazioni, si inserisce – contattato da True-News.it – il parere di Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, figura di spicco dell’area giudiziaria che chiede profonde riforme all’interno della giustizia.
Trojan, scontro tra maggioranza e opposizioni in Commissione Giustizia alla Camera
Proprio ieri, in Commissione Giustizia alla Camera, la presidente Giulia Bongiorno ha presentato le audizioni e i risultati di un’indagine conoscitiva sull’uso delle intercettazioni, al centro del dl Nordio, prossimo ad arrivare in Parlamento. Lo scontro tra maggioranza e opposizione si è acceso sul Trojan. Sul quale Meloni & co vorrrebbero valutare “le condizioni di utilizzo per reati di minore gravità”, un passaggio che, secondo le opposizioni, avrebbe l’obiettivo di limitare l’utilizzo delle intercettazioni soltanti ai reati legati alla criminalità organizzata. Escludendo così materie come la corruzione. “È una forzatura, del tutto contraria a quanto sentito nelle audizioni, con la chiara finalità politica di contribuire a indebolire la lotta alla corruzione, infaticabilmente perseguita da questa maggioranza”, hanno detto i senatori del Pd in Commissione Giustizia Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli, Anna Rossomando e Walter Verini, secondo cui le audizioni avevano chiarito che ad oggi non esiste un abuso nell’utilizzo di Trojan e intercettazioni e nemmeno esiste una emergenza di pubblicazioni illegittime.
L’intervista a Luca Palamara
Dubbi sull’utilizzo del virus arrivano anche da Palamara che, in questa intervista, affronta diverse tematiche che ruotano attorno alla giustizia. E ai suoi problemi.
Partiamo dalla riforma della giustizia di Nordio. Che opinione ha dei campi di applicazione del Trojan? E sulle intercettazioni?
Come tutti gli strumenti di nuova applicazione anche il Trojan presenta delle difficoltà rispetto alle quali occorre dare risposte precise e puntuali. E’ indubbio che il Trojan costituisca un formidabile strumento per scoprire i responsabili delle più gravi forme di criminalità come il terrorismo e la mafia. Ma anche nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione il trojan può indubbiamente rivelarsi efficace. Il problema però è un altro e cioè non tanto lo strumento in sé quanto le modalità con le quali viene utilizzato soprattutto quando il Trojan capta conversazioni di persone estranee al reato e per fatti penalmente irrilevanti. Su questo ultimo aspetto nonché sulla gestione dei dati occorre indubbiamente intervenire.
Sul processo penale? E l’abrogazione dell’abuso d’ufficio?
Il processo penale necessita di interventi organici e sistematici, quelli che spesso sono mancati nell’ultimo periodo. Quanto al reato di abuso di ufficio deve essere chiaro che la lotta alle più variegate forme di corruzione all’interno della pubblica amministrazione deve essere perseguita nel rispetto delle regole. Dall’altro lato, però, esiste una legittima preoccupazione sulla quale il governo si sta interrogando ovverosia quella di evitare che l’operato dei pubblici amministratori possa essere paralizzato. Su questo aspetto, al di là delle facili dietrologie, ritengo giusto intervenire.
Cosa premia maggiormente del ddl Nordio? E cosa recrimina?
Io penso che per poter esprimere un giudizio sia necessario attendere gli sviluppi della discussione parlamentare. Solo dopo l’esito si potranno realmente tirare le fila
Sul CSM quali sono le necessità?
Il tema di fondo rimane sempre lo stesso: quello di porre rimedio alla correntocrazia e soprattutto all’equilibrato rapporto tra la componente togata e la componente laica che spesso e volentieri finisce per soccombere e rimanere stritolata negli accordi tra le correnti.
Un parere sulle nomine di Gratteri alla Procura di Napoli e di Squillace Greco a Firenze?
Ho lavorato con entrambi nella mia prima esperienza di pubblico ministero a Reggio Calabria. Li ricordo entrambi come grandi lavoratori a loro auguro buon lavoro.
Opinione sul decreto Caivano: servirà portare i minorenni in carcere?
Io penso che ci siano occasioni e momenti in cui sia necessario dare un segnale della presenza del governo e dello Stato nei territori. Dall’altra parte esiste la Carta Costituzionale che, soprattutto con riferimento ai minori, deve tendere al loro reinserimento sociale. Non mi sento di poter dire che esista una risposta univoca. Ci sono casi e situazioni nei quali occorre reagire con fermezza.
La Cassazione ha rimesso alla Consulta una norma che “obbliga” il Csm a espellere le toghe condannate in sede penale ad almeno un anno di carcere. Cosa ne pensa?
Il tema di fondo è quello dell’automatismo nelle scelte e nelle decisioni dei giudici. Occorre sempre valutare il caso concreto. Più in generale io penso che uno degli strati da riprendere anche con riferimento alle 10 disciplinari sia quello del perdono giudiziale che, in qualche modo, a distanza di tempo dei fatti può in qualche modo portare a rivalutare situazioni negative verificatisi nella carriera del magistrato.