Per alcuni sembra essere stato determinante l’incontro con Emmanuel Macron. Il presidente francese avrebbe convinto Matteo Renzi a intraprendere l’avventura politica del “Il Centro”, presentato ieri a Milano. Per l’ex sindaco di Firenze un nuovo “brand”, come lo ha definito, con cui si candida alle Europee nel collegio nord-ovest. Con un invito ai dirigenti di Italia Viva: “Questo soggetto non inciderà sulle sorti del partito”. Renzi ha detto di “scommettere su una maggioranza tra il Ppe e i socialisti senza Alternative für Deutschland, Vox o gli estremisti di sinistra”. L’obiettivo, dunque, “è avere la stessa maggioranza che c’è stata adesso portando il nostro contributo con la nostra famiglia”, Renew Europe.
Le domande sorgono spontanee: quanto inciderà questa sigla? Quanti parlamentari potrà condurre a Strasburgo? True-News.it ha chiesto un parere a Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, esperto di opinione pubblica e comunicazione politica, autore de Il Paese che siamo, pubblicato nel 2023 da Mondadori.
Pregliasco, quanti candidati potrebbere eleggere “Il Centro”?
Non ci sono ancora dati specifici sul bacino elettorale di questo soggetto. Tutto dipende dalla soglia di sbarramento. A oggi è al 4%: sotto questa soglia non eleggerebbe nessuno. Sopra il 4 eleggerebbe alcuni eurodeputati: potrebbero essere 3 o 4 a seconda della percentuale. Verosimilmente ne passerebbero uno o due nelle circoscrizioni più grandi. Ma, orientativamente, una lista sopra il 4% non elegge più di uno per ogni circoscrizione.
Come vede la mossa di Renzi? Chi potrebbe seguirlo?
Non è chiaro chi potrebbe segurlo: i più vicini sarebbero quelli di Azione che, però, hanno preso una strada autonoma. C’è l’area dei moderati di centrodestra come Lupi, Toti, Brugnari. Ma non vedo semplicissima una loro adesione. Loro sono centristi ma sempre all’interno del centro destra. Non credo che, per quanto ci sia un proporzionale, sarà semplice rompere l’argine degli schieramenti. A seguirlo saranno soggetti civici, realtà associative. Per il momento”.
Cosa ne pensa della proposta di abbassare al 3% la soglia per l’ingresso all’Europarlamento di cui si parla oggi sui giornali?
La proposta di abbassare la soglia è tornata oggi sui giornali. Il 3% sarebbe più simile alle elezioni politiche: intravedo una ratio. C’è anche un discorso politico. Si andrebbe a favorire partiti come Italia Viva, Azione, i Verdi, + Europa: una fascia di soggetti che, con lo sbarramento al 4., sarebbero schiacciati dai grandi partiti per il discorso del voto utile. Un ragionamento che sembra contenere un po’ una mossa contro il PD, quantomento contro la sua espansione. Più i Dem possono prosciugare l’ossigeno della sua area, più possono arrivare al 20% o al 23%, come auspica Schlein. Più il centrosinistra è frammentato, con la soglia al 4%, più rischia di perdere voti.
Non sono un amante dei cambiamenti continui di svolte elettorali. In Italia se ne vedono troppi. Ma per l’elettore non sarebbe un vero stravolgimento.