Perché può interessarti questo articolo? Dopo il Primo Maggio c’è grande soddisfazione nel centrodestra. La presidente del Consiglio Meloni si è presa la scena, relegando in un angolo i sindacati. Nemmeno il Concertone di Piazza San Giovanni ha fatto grande notizia…
Giorgia Meloni, alla fine, passa all’incasso del Primo Maggio: la festa del lavoro è diventata quella del decreto varato dal governo, mentre i sindacati hanno fatto fatica a imporre la propria agenda, ricca di slogan e di richiesta. L’analisi, almeno nel centrodestra, è condivisa.
Alla Camera, al rientro dopo il ponte festivo, c’è grande soddisfazione in Fratelli d’Italia: ufficialmente la consegna è quella di non parlare in pubblico, evitare attacchi frontali alla Cgil dopo quelli lanciati nelle ultime ore. E d’altra parte la scarsa voglia di parlare nel centrosinistra è un indicatore dell’esito di una giornata immaginata in altro modo. “C’è stato questo decreto precarietà”, è il mantra degli esponenti del Pd.
Primo Maggio: flop sindacati e Concertone
“Diciamoci la verità: è stato il Primo Maggio più moscio della storia, cos’altro vogliamo aggiungere”, dice a microfoni spenti un deputato del partito di Giorgia Meloni. Le sue parole sono indirizzate alla difficoltà di Cgil, Cisl e Uil di prendersi l’agenda mediatica come è puntualmente accaduto in quella data simbolica. Tra i commenti in Transatlantico, infatti, prevale quasi un senso di sorpresa per la mancanza di polemiche dopo il Concertone di Piazza San Giovanni. Con un governo di centrodestra, peraltro, si attendeva qualche affondo sul palco: ha invece prevalso uno spirito all’insegna del politicamente corretto.
“Quasi quasi ci dispiace”, ironizza sul punto un altro parlamentare della maggioranza, che con un po’ di polemica avrebbero avuto lo spunto per attaccare il centrosinistra e, perché no, la Rai che non aveva adeguatamente monitorato i contenuti. “Pensa un po’ che il dibattito è stato un po’ alimentare da un fisico”, è il senso del ragionamento consegnato a True-news.it. Il riferimento è a Carlo Rovelli che ha puntato il dito contro il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Pure in questo caso, però, poca roba. Di sicuro molto meno rispetto al Festival di Sanremo che pure sarebbe più nazionalpopolare.
Primo Maggio: polemica Fratelli d’Italia-Cgil
Dunque, una festa tutt’altro che scoppiettante e in decreto portato a casa, è il bilancio su cui si esercitano gli esponenti di Fdi. “Il governo Meloni decide di lavorare il Primo Maggio per dare risposte ai lavoratori e la Cgil, anziché apprezzare, si indigna”, afferma la vicepresidente di Fratelli d’Italia a palazzo Madama, Antonella Zedda. “Eppure – incalza l’esponente del partito di Meloni – la situazione di occupazione, salari, cuneo fiscale e sicurezza sul lavoro è ferma da decenni. Come mai la Cgil non si è indignata negli anni passati, quando i governi in carica non hanno fatto nulla?”.
E giusto qualche ora prima il collega di partito Raffaele Speranzon aveva preso in giro la Cgil: “Landini continui pure a fregarsene dei lavoratori ascoltando un po’ di musica, al lavoro ci pensa il governo Meloni che oggi ha varato un importante provvedimento che aumenta i soldi in busta paga a chi ha redditi medio-bassi”.
Nel day after i toni sono diversi, però. Proprio per la consapevolezza di una vittoria sul campo, anche se sul fronte sindacale la destra continua a non avere un vero interlocutore. L’Ugl è lontana dai fasti della leadership esercitata negli anni scorsi da Renata Polverini, passata poi in politica. L’attuale segretario Paolo Capone ha comunque fatto sentire la propria voce: “Riteniamo fondamentale aprire una nuova stagione della contrattazione per salvaguardare il potere d’acquisto delle retribuzioni e incoraggiare processi di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”, è il suo appello. Insomma, un tentativo di entrare nel dibattito pubblico, in cui pure i sindacati più radicati sembrano in affanno.