L’arrivo in prima serata su Rai 3 di Report, al posto di Che Tempo Che Fa, ha portato nel prime time domenicale un altro attacco a figure del centrodestra. Con l’inchiesta “La Russa Dinasty”, firmata da Giorgio Mottola, sono entrati nel mirino della squadra di Sigfrido Ranucci, che ha preso da tempo il posto di Milena Gabanelli, i rapporti tra il presidente del Senato e Daniela Santanchè. L’inchiesta parte da lontano, nel tempo come nello spazio. Le camere inquadrano Paternò, paese di origine di La Russa, poi l’inquadratura stringe su presunti collegamenti con loschi personaggi della finanza e persino della malavita organizzata per arrivare ad attuali società con soci poco raccomandabili.
La Russa ha già annunciato querele dopo aver risposto, durante lo stesso servizio, con un video autoprodotto. E’ l’ennesimo caso che testimonia una certa pregiudiziale ideoligica della storica trasmissione di inchiesta. Che non nasconde un orientamento verso il centro-sinistra. “A sinistra c’è una tradizione molto nobile di giornalismo d’inchiesta”, spiega a True-News.it Francesco Borgonovo, vice-direttore de La Verità.
Borgonovo: “Il centrodestra non ha investito tanto sul racconto giornalistico di quel tipo ma sui talk show”
“Non esiste un Report di destra perchè c’è già Report, sarebbe complicato rifare un marchio creato con anni e anni di lavoro“. Ma c’è anche un’altra ragione secondo la firma del giornale diretto da Belpietro: “Il centrodestra non ha investito tanto sul racconto giornalistico di quel tipo ma sui talk show. La tradizioone del giornalismo d’inchiesta a destra è minoritaria. C’è poi il fatto che in Rai, per molti anni, dalla Dc in poi, non è stato il centrodestra a comandare“.
Il vice-direttore de La Verità: “E’ vero che spesso puntano il dito spesso contro personaggi del centrodestra ma uno può sempre difendersi”
Nonostante le inchieste seguano un filo politico lontano dalle idee di un giornale di centro-destra come la Verità, Borgonovo non chiede la testa della trasmissione: “Penso che Report abbia fatto cose buonissime. Anche ora con Ranucci. Non vorrei mai venisse chiuso. Anche perchè se uno fa una trasmissione e dice stronzate, può essere criticato. E’ vero che spesso puntano il dito spesso contro personaggi del centrodestra ma uno può sempre difendersi.
“Non sarà una trasmissione a camibare l’idea del presidente del Senato”
L’ultimo caso, come si diceva, è quello di un ampio servizio dedicato a ricostruire la rete di intrecci di Ignazio La Russa. “Non mi stupisce che attacchino La Russa qualunque cosa dica o qualunque cosa faccia. Non sarà una trasmissione a camibare l’idea del presidente del Senato. Che ha annunciato di voler agire contro quanto detto nel format”.
Borgonovo: “Siamo pieni di presunti debunker che non sanno cosa voglia dire fare il giornalista”
La telefonata con Borgonovo diventa anche l’occasione per discutere di controllo dell’informazione. Dopo l’annuncio della stretta sulle fake news da parte dell’Unione Europea su X, prima Twitter e Meta. “Le fake news non esistono. Le fake news sono le fake news. Un perimetro che viene tracciato dal sistema di potere per zittire la lbiertà ufficiale. Siamo pieni di presunti debunker che non sanno cosa voglia dire fare il giornalista. Sono spesso incompetenti. E il digital service act dell’Unione europea è una forma di limitazione della libertà”.