Perché leggere questo articolo? Riccardo Puglisi è economista, professore e ricercatore. È conosciuto principalmente per le sue battaglie su X. Ultimo obiettivo del prof è Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu, che Puglisi continua a menzionare sui social chiedendo conto sul suo curriculum e sulla sua effettiva abilitazione da avvocato.
Sull’X italiano ultimamente è molto attivo e fa parlare di sé Riccardo Puglisi, docente di Scienza delle finanze all’Università degli Studi di Pavia.
L’economista dell’università lombarda principalmente si occupa del ruolo politico dei mass media ma tratta anche di finanza pubblica e del ruolo economico delle istituzioni politiche.
Ha acquisito fama negli anni per le sue pubblicazioni su famosi giornali internazionali di economia e scienze politiche come Journal of the European Economic Association e il Journal of Politics. Il suo H-Index, a marzo 2024, è pari a 17. Paragonabile, dunque, a quello di colleghi come Pasquale Tridico (Università di Roma Tre, H-Index 20).
La fama di Puglisi su X
Insomma, un curriculum variegato e prestigioso. Ma il docente e ricercatore è però conosciuto principalmente per il suo impegno su X dove vanta quasi 100 mila followers. Il grande afflusso di seguaci è dovuto soprattutto al suo modo di porsi sul social. Puglisi infatti negli anni ha collezionato diverse campagne personali dove è finito più volte per confrontarsi apertamente con diverse figure di pubblica notorietà.
Ad esempio è farina del sacco di Puglisi l’avvio della campagna dubitativa sulla laurea dell’analista geopolitico Dario Fabbri, che alla fine si è rivelata non esser mai stata conseguita dal direttore editoriale di Domino.
Il più recente confronto di Puglisi è stata con la relatrice speciale Onu per la Palestina, Francesca Albanese.
Chi è Francesca Albanese e perché Puglisi la sfida sul Cv
Sono settimane che sul profilo X di Puglisi troviamo riferimenti ad Albanese. Francesca Albanese è una giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale dell’Onu sui territori palestinesi occupati. Ha co-fondato il “Global Network on the Question of Palestine”, un’unione di esperti che si occupano della questione tra Israele e Palestina.
Ha inoltre lavorato per l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani e l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, fornendo consulenza non solo alle Nazioni Unite ma anche ai governi e alla società civile in Medio Oriente, Nord Africa e Asia. Un curriculum di tutto rispetto suggellato da un lavoro decennale nelle Nazioni Unite. Curriculum che Puglisi però mette in dubbio su un punto ben preciso.
Lo scontro sul termine “avvocato”
Puglisi e Albanese non se le mandano a dire sui social. Tutto è partito a novembre del 2023 da un’ospitata televisiva di Albanese in cui si è dichiarata “avvocato”. La svista, dovuta ad una somiglianza del termine italiano con quello inglese “advocate” ha generato un po’ di polemiche. La vera traduzione del termine è infatti non è “avvocato” (in inglese “lawyer”).
Piuttosto si usa “advocate” per indicare qualcuno che supporta una determinata causa e cerca di rafforzarla coinvolgendo quante più persone possibili. Termini molto diversi. Questa svista non è passata inosservata neanche a Riccardo Puglisi. In un articolo su Il Riformista ha infatti dichiarato come Albanese negli anni si fosse fregiata impropriamente del termine “avvocato”.
Il curriculum di Albanese è la nuova battaglia personale del professore
Da questo momento, la questione curriculum della relatrice Onu sembra essere diventata una battaglia personale di Puglisi. A distanza di mesi dall’evento, il professore continua a martellare sulla questione su X. A seguito della pubblicazione del certificato di avvenuta conclusione del praticantato forense, Puglisi ha ripetutamente attaccato Albanese. Il docente infatti ha ribadito che quel certificato non dimostra l’accesso all’esame di abilitazione e che da “scarsissime probabilità al fatto che Albanese abbia superato detto esame“. Se effettivamente quindi non avesse superato l’esame questa sarebbe “una pecca non irrilevante nel suo curriculum di international lawyer”.