Ci sono i Carneadi, i paracadutati, i miracolati. E poi ci sono persone il cui nome può risultare poco familiare ai più. Ma che detengono in realtà poteri grandi, grandissimi. Per lo più gestiti dietro le quinte. E’ questo il caso di Sestino Giacomoni. La sua recente nomina alla presidenza del Consap, società pubblica che indennizza le vittime di incidenti non coperte da polizze, non può essere certo considerato un regalo per colui che per lunghi anni è stato l’uomo appena un passo dietro a Silvio Berlusconi, il fidatissimo consigliere che con Valentino Valentini costituiva l’inscindibile tandem che sussurrava al Cav, soprattutto quando si parlava di Finanze ed Economia. Che l’approdo al Consap non fosse un semplice buen retiro lo ha fatto capire lo stesso Giacomoni che, prima di accettare l’eredità ingombrante dell’uscente Mauro Masi, ha tenuto tutti con il fiato sospeso chiedendo garanzie e rassicurazioni sulla forzatura che ha portato il Governo Meloni a confermare come ad Vincenzo Sanasi d’Arpe, nominato dal precedente esecutivo. Poi i contrasti sembrano essersi appianati ed a luglio è avvenuta la ratifica della nomina di entrambi.
Giacomoni e l’indissolubile legame con Forza Italia
Dando inizio alla nuova vita di Giacomoni senza Berlusconi. Un segnale di qualcosa che forse stava cambiando in Forza Italia – a conti fatti – era stata la scelta di candidare Giacomoni per la Camera in terza posizione nei tre collegi plurinominali di Roma (Municipio I, VII e X). Non proprio una elezione blindata. Ed infatti, dopo essere stato ininterrottamente in parlamento dal 2006 al 2022, Giacomoni restò fuori. Ma il suo ruolo centrale in Forza Italia parrebbe restare indiscutibile. Ancora Antonio Tajani lo ha scelto come consigliere per la politica economica e imprenditoriale. Ed è stato Giacomoni a rendere conto ai cronisti dell’esito del primo ufficio di presidenza del partito dopo la scomparsa del fondatore: “Un ufficio di presidenza che era un atto dovuto perché abbiamo approvato il rendiconto di bilancio: dovuto per legge, ma soprattutto dovuto nei confronti del presidente Berlusconi perché ci ha sempre insegnato che anche nei momenti difficili bisogna andare avanti”. In quella occasione Giacomoni aveva spiegato: “Il rendiconto di quest’anno ha portato un avanzo di un milione. Poi il presidente Berlusconi è creditore nei confronti di Forza Italia di circa 90 milioni di euro. Un motivo in più per ringraziarlo per quanto ha creduto in Forza Italia”.
Giacomoni: “Così Berlusconi mi convinse a restare in politica”
Il Cav credeva in Forza Italia ma credeva anche in Giacomoni. Tanto da riuscire a dissuaderlo nel 2005 dall’intento di lasciare la politica. Dodici anni dopo raccontò a Libero come era andata: “Stava per iniziare la campagna elettorale e il presidente mi convocò a palazzo Grazioli, per la prima volta a quattr’occhi. Mi disse che tutti gli avevano parlato bene di me: Letta, Marinella, Valentino. Aveva saputo che intendevo lasciare l’attività politica per riprendere a tempo pieno la libera professione. Mi invitò a ripensarci, proponendomi di fare il capo della segreteria tecnica a palazzo Chigi, nonché il suo assistente. Non me lo aspettavo. Chiesi un giorno per pensarci e parlarne con mia moglie. Era un grande onore. Il giorno seguente gli dissi che accettavo con entusiasmo. Da allora sono a palazzo Grazioli come uno di famiglia”. L’anno successivo Giacomoni risultava già parlamentare. Ma questo non gli avrebbe impedito di coltivare anche la carriera di consulente della rete di Banca Mediolanum di Ennio Doris.
Il curriculum di Giacomoni, tra politica e consulenza in Mediolanum
Ma chi è dunque Giacomoni? Nato a Roma nel 1967, a 23 anni era già consigliere comunale per la Democrazia Cristiana a Mentana. Laureatosi con lode in Scienze politiche alla Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss) di Roma, divenne consulente finanziario e cominciò a collaborare in università con il suo relatore Roberto Pessi. Fu proprio lui a parlargli nel 1993 del nascente progetto politico di Silvio Berlusconi. Giacomoni inviò il curriculum e di lì a poco si trovò a partecipare alle attività del Centro studi di Forza Italia coordinato da Paolo Del Debbio. L’inizio di un percorso politico poi decollato proprio dal 2005, con diversi incarichi di peso soprattutto all’interno del Ministero delle Attività produttive . Dal 2015 al 2020 è stato vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, dal 2019 al 2022 ha presieduto la Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti. Numerosi nel periodo tra il 2001 ed il 2005 gli enti in cui entrò nel consiglio di amministrazione: Ipi, Sace, Polieco e proprio Consap.
Giacomoni, lo scivolone della carta intestata e il siparietto con Fico alla Camera
Nel corso della sua lunga carriera politica, almeno uno scivolone ed un aneddoto che meritano di essere menzionati. Lo scivolone è relativo all’ultima sfortunata campagna elettorale, quella in cui risultò non eletto: ci furono polemiche a Roma quando il 19 settembre del 2022 inviò ai suoi contatti telefonici su Whatsapp il suo appello a votare per Forza Italia… su carta intestata della Camera. Come si trattasse di una comunicazione ufficiale di Montecitorio. E l’aneddoto? Risale a luglio 2018. L’allora presidente della Camera dei Deputati, il Cinque Stelle Roberto Fico, chiamò il deputato di Forza Italia “Giacomini” invece di “Giacomoni”. Fulminante la sua risposta tra le risate dell’aula: “Presidente Figa grazie, grazie per cambiarmi cognome”