Perchè leggere questo articolo? Carlo Maria Viganò accusato di scisma dall’ex Sant’Uffizio. Le bordate contro Bergoglio ed i guai con la giustizia, il sogno di un Collegium nel Viterbese
(di Sallustio Santori)
E alla fine è dovuto intervenire l’ex Sant’Uffizio: certo è che ogni tempo si sceglie i suoi eroi come diceva Martin Heidegger, Paolo VI e Giovanni Paolo II ebbero Marcel Lefebvre; Francesco si è beccato Carlo Maria Viganò il quale, dopo aver compiuto una decente carriera di Curia, dopo essere stato promosso e rimosso con la nomina a Nunzio apostolico (cioè ambasciatore papale) in America – e dunque non in una posizione irrilevante, tanto che al tempo s’era pure prospettata la promozione cardinalizia per lui -, vistosi messo in disparte perché a suo dire le denunce che hanno influito sullo scandalo Vatileaks non erano state sentite, ha preso a deragliare.
Viganò, il vescovo deragliato
Ha deragliato – e tanto – sotto il Papato di Jorge Mario Bergoglio, che per lui non è un Papa, è un servo dell’agenda globale, eretico, scismatico, eresiarca, colpevole di imporre “i sieri”, cioè il vaccino anticovid, servo dell’ideologia green e della Pachamama, la divinità amazzonica che tutela la produzione dei campi. Non si sono contati i video, le intemerate, le accuse, gli interventi (tra cui a supportarlo Radio Domina Nostra, emittente dell’ex prete Alessandro Minutella, ridotto allo stato laicale ma ancora ritenuto “don” da un po’ di sbullonati) nei quali Viganò ha inneggiato alla Messa in Latino, ha attaccato il Concilio Vaticano II (lui è un prete figlio di quella Chiesa, lui ha fatto carriera in quella Chiesa e celebrato Messa secondo quanto deciso dalla riforma liturgica di quella Chiesa, ma ora forse lo dimentica) definendolo cancro e questo Pontificato metastasi, fino a beccarsi il processo per scisma. Con buona pace delle sue teorie sul Grande Reset, Bill Gates, George Soros e molto altro.
Già che c’era, Viganò – ha scritto di recente Repubblica – si è fatto riconsacrare da monsignor Richard Williamson, l’ex lefebvriano che aveva negato l’Olocausto dicendo che le camere a gas fossero un’invenzione. A parte il fatto che il Sacramento dell’Ordine, come tutti i Sacramenti, è indelebile: il fatto è che non è reiterabile, non puoi farti consacrare due volte vescovo e, peraltro, chi consacra un vescovo senza autorizzazione vaticana si becca la scomunica automatica, la latae sententiae. Chi è l’eretico ora?
Viganò, l’epuratore non è così puro…
Non è che ci sia solo lo scisma. Il buon Viganò, che se qualcosa capiamo di Chiesa probabilmente sarà “spretato”, e cioè ridotto allo stato laicale pure lui a breve, ha anche i soldi. E di sterco di Satana, perché il diavolo è nei dettagli, se ne intende. Il puro che invoca l’epurazione bergogliana è quantomento un amministratore disonesto. Parola della sentenza 10.359/2018, giudice Terni della quarta sezione del Tribunale civile di Milano che, scriveva Maria Antonietta Calabrò su Huffington Post il 14 novembre 2018:
Entrambi sacerdoti, i due avevano deciso di mantenere la cointestazione dei beni loro assegnati alla morte del padre, un imprenditore lombardo, dando vita ad una comunione ereditaria, sempre gestita dall’arcivescovo, ma senza alcuna rendicontazione al fratello, sebbene richiesta.
L’eredità, al 30 settembre 2010 comprendeva numerosi immobili per un valore stimato di quasi 20 milioni e mezzo di euro, oltre ad una rilevante somma di denaro (oltre sei milioni e settecentomila euro). L’ex nunzio – ha stabilito il Tribunale – aveva sempre percepito i proventi dei beni immobili, detenendo tutta la liquidità facente parte della comunione, beneficiando complessivamente ” di operazioni per un importo netto di euro 3.649.866,25″. Adesso dovrà pagare al fratello la metà di quella cifra.
Piccolo particolare: don Lorenzo Viganò, fratello dello scismatico Carlo, è pure disabile. E già che c’era il fratello epuratore degli epuratori si è beccato la condanna al risarcimento dei danni. Per il settimanale Panorama, poi, la procura dei Grigioni, in Svizzera, nel 2014 invece ha messo nel mirino Viganò perché avrebbe sottratto alla sorella i soldi ricavati dalla vendita di un appartamento a San Bernardino, nei Grigioni. Inoltre avrebbe portato all’estero centinaia di milioni di lire, legati all’eredità paterna. Scrive la Radio Svizzera Italiana: ()
Il prelato, che potrebbe assumere nuovi incarichi in Curia, avrebbe depositato gli averi su un conto svizzero fin dal 1973. Il denaro apparteneva anche a sua sorella che gli avrebbe consegnato 900 milioni di lire, finiti poi su un conto Credit Suisse di Lugano. Parte del denaro sarebbe servita a comperare la casa in Mesolcina. La proprietà venne poi intestata a lui, affinché, in qualità di cittadino vaticano, fosse esentato dalle tasse. Il nunzio vendette la casa, senza che la sorella lo sapesse. Secondo Panorama, la donna decise allora di denunciarlo. La vicenda si sarebbe chiusa lo scorso febbraio con una transazione di 180 mila franchi, finiti in beneficenza all’ospedale della Consolata di Ikonda, in Tanzania, dove lavora una nipote di Viganò.
Sono amici e tra parenti non si fanno complimenti, si dice. Panorama spiega inoltre che altri 10mila euro erano stati restituiti dal prelato alla sorella come parziale risarcimento per il mobilio che si trovava nella casa venduta a sua insaputa.
E ora Viganò si fa la caserma per i fatti suoi
Ecco, l’uomo che accusa gli altri di essere eretici e scismatici è (anche) questa cosa qua che vi abbiamo raccontato finora. Uno che si paragona a Lefebvre con un prolisso comunicato che mette dentro un po’ di tutto sul sito della sua fondazione Exurge Domine, fondazione che nel Viterbese, alla Palanzana dove si trova l’eremo di Sant’Antonio, sta edificando il Collegium Traditionis, che sarà insomma il suo scisma all’amatriciana. Dovrà essere “una struttura di vita clericale in comune da destinare a chierici e religiosi fatti oggetto delle epurazioni bergogliane”. Insomma, un po’ come la barzelletta del carabiniere che, dopo aver vinto al Totocalcio, promise che si sarebbe comprato una caserma per mettersi in proprio. Da notare, peraltro, che nella biografia di Exurge Domine non si fa affatto cenno alla “riconsacrazione” ad opera di Williamson, e Viganò viene presentato come “l’unica voce libera nella Chiesa Cattolica, proseguendo con coraggio il suo ministero episcopale nella tutela della Tradizione immutabile della Chiesa e nella conservazione del Sacerdozio cattolico.”
Sempre a proposito del Collegium, esso sarà dotato di: “una chiesa con il coro, centro della vita dei chierici e dei religiosi. Intorno alla casa di Dio si sviluppa la casa dei Suoi servi: la sala capitolare, le aule per le lezioni, il refettorio con le cucine e gli spazi annessi, le celle e tutto ciò che una cittadella di vita cristiana deve avere. Nella proprietà verrà creata anche una foresteria per accogliere chi voglia conoscere la comunità, raccogliersi in preghiera, seguire un ritiro spirituale.”.
Insomma, una specie di monastero vero e proprio ed anche un seminario: “Il Collegium si aprirà anche alla formazione clericale, in modo da accogliere i giovani che desiderano rispondere alla chiamata del Signore per dedicarsi interamente alla Sua gloria e alla santificazione delle anime. Questo progetto richiederà ovviamente un grande impegno e una necessaria selezione dei candidati, per dar modo a ciascuno di assimilare l’impostazione tradizionale di una comunità ecclesiastica ispirata ai dettami della riforma voluta da San Carlo Borromeo in applicazione ai decreti del Concilio di Trento”. Ci vorranno molti soldi, come si può immaginare: e sul sito della Fondazione potete donare o addirittura richiedere le intenzioni per la Messa. Satana è cattivo, ma il suo sterco, evidentemente, non olet.