Il concorso SSM 2023, che è stato fatto a luglio per l’ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione di area sanitaria, sta incontrando problemi ministeriali/burocratici non da poco, che le associazioni degli studenti hanno pesantemente rimarcato anche sulle rispettive pagine social. Ecco cosa sta accadendo e perchè al concorso SSM2023 le assegnazioni sono state ritardate.
Concorso SSM2023, le assegnazioni slittano
Le proteste delle associazioni – rappresentate soprattutto dalle sigle ANAAO Giovani, ALS e GMI – sono sempre di più dopo l’ultima notizia ricevuta dal ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). A seguito del concorso SSM 2023 che si è svolto a luglio infatti, volto ad assegnare le nuove borse di studio di specializzazione medica, le assegnazioni sono slittate dal periodo 8-18 settembre ai giorni 26 settembre/6 ottobre. ANAAO Giovani, ALS e GMI ritengono che tale decisione del MUR certifichi “l’ennesima gestione inefficiente del Ministero dell’Università nell’organizzazione della formazione medica italiana”.
Le associazioni, a tal proposito, si sono dette pronte “ad organizzare manifestazioni di protesta per rappresentare al meglio i futuri neo-specializzandi nel loro percorso di formazione“.
Il rischio di molti contratti di specialità non assegnati
Questa comunicazione del MUR – se da un lato mantiene la presa di servizio dei medici il 1° novembre – dall’altro aumenta il rischio di non assegnare molti contratti di specialità e provoca diverse problematiche organizzative agli specializzandi che hanno intenzione di trasferirsi (i quali, dal momento della loro assegnazione alla presa di servizio effettiva, hanno meno tempo del previsto per cercare l’alloggio).
Concorso SSM2023 e assegnazioni ritardate: le proteste delle associazioni
Riguardo a tale questione, le associazioni chiedono a gran voce un confronto rapido con il MUR per cercare di risolvere questa situazione che va a colpire le tempistiche di scelta (e i tempi di trasferimento) dei medici specializzandi. “E’ inconcepibile apprendere di tale slittamento con soli due giorni d’anticipo – fanno presente le associazioni – con delle conseguenze gravi per una intera generazione di giovani medici. Tale slittamento della fase di scelta dal 8/18 settembre al 26 settembre/6 ottobre con la contestuale conferma della presa di servizio il primo novembre comporta la drastica riduzione quantitativa degli scaglioni straordinari di scelta, che si traduce un sensibile aumento di contratti di formazione non assegnati con un aggravamento della programmazione dell’entità dei futuri specialisti. Inoltre, il conseguente slittamento al 16 ottobre dell’immatricolazione, solo 15 giorni prima della presa di servizio, comporta serie problematiche organizzative per i neo-specializzandi che dovranno trasferirsi nella città di assegnazione”. Da qui la richiesta di “un rapido confronto con il Ministero dell’Università affinchè si faccia chiarezza sui ritardi concorsuali”
“Serve una riforma della specializzazione medica”
L’episodio in essere spinge le associazioni a ribadire la necessità di una riforma della specializzazione medica. A loro avviso, infatti, serve “l’inizio di un serio e serrato confronto per una riforma della formazione medica, uno slittamento di 30 giorni della presa di servizio dei futuri specializzandi per avere un maggior numero di scaglioni straordinari e una giusta organizzazione in merito al trasferimento nella città di assegnazione, l’immediata pubblicazione dei risultati dei questionari anonimi di valutazione delle scuole di specializzazione. È arrivato il momento di avviare una stagione riformatrice”.
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