Nella notte della conquista del 29° scudetto, il più felice tra gli oltre 12mila presenti al Forum di Assago era certamente Giorgio Armani. La passione e gli sforzi economici con cui sta sostenendo la parabola dell’Olimpia Milano, raccolta nel 2008 dalle ceneri di uno dei periodi più bui della sua storia, non sono passati inosservati al pubblico milanese e ai vertici del basket italiano, consapevoli del servizio che Armani sta rendendo a un movimento che sogna di tornare ai fasti del passato.
La vittoria di Re Giorgio
Ha vinto tanto Re Giorgio da proprietario dell’Olimpia, ma ha anche perso molte volte. E, soprattutto, ha speso una montagna di denaro difficile anche da quantificare perché l’intreccio tra la sua persona, l’azienda Armani e il club cestistico è inscindibile. Dal 2008 a oggi ha iniettato non meno di 30 milioni in forma diretta nel capitale della società più i soldi garantiti con la sponsorizzazione della maglietta e di tutto ciò che ruota attorno al mondo Olimpia. Da anni il peso di Armani sul fatturato della società è attestato intorno al 40%, che significa mettere sul tavolo non meno di 12-15 milioni di euro a stagione.
Dopo l’investimento iniziale, onerosissimo per i livelli del basket italiano, l’Olimpia ha viaggiato per un certo periodo in equilibrio tra entrate e uscite, sempre con l’aiutino del brand di riferimento ma almeno senza chiedere ulteriori immissioni di capitale. Dal 2013 al 2018 i bilanci sono stati in utile, poi è tornato il rosso: meno 64mila euro nel 2019 aggravato a meno 3 milioni e 48mila euro nel 2020 a causa del Covid e a meno 3 milioni e 75mila nel 2021 lasciato alle spalle. Nel 2022 la situazione è certamente migliorata, ma è quasi impossibile che si sia tornati al pieno equilibrio.
In Italia il basket di alto livello è in perdita
In totale, nei primi 14 anni a guida dell’Olimpia, come proprietario del club Giorgio Armani ha sopportato perdite per oltre 18 milioni di euro. Non ne ha mai fatto una questione di soldi, spesso lo ricorda raccontando la genesi del suo impegno con le Scarpette Rosse, e non è un problema per un colosso come il suo; però è un dato di fatto che fare basket di alto livello in Italia significa perdere e non guadagnare denaro. Vale anche per la Virtus Bologna scudettata nel 2021 e sconfitta in finale un anno dopo con bilancio ugualmente negativo per 3 milioni di euro, tutti a carico del signor Segafredo, al secolo Massimo Zanetti.
Armani ha restituito a Milano uno dei suoi simboli. Il Forum pieno per la serie contro la Virtus è stato un felice ritorno a quanto era diventato normalità prima della pandemia: il basket è cool sotto la Madonnina e da questo punto di vista la scommessa è stata vinta. Rimane la scalata all’Eurolega e al titolo di campione d’Europa che manca all’Olimpia da 35 anni. Qui il livello della competizione si alza, anche quando si tratta di fare i conti.
Per l’Europa serve qualcosa di più
Nell’annata appena conclusa, ad esempio, secondo le stime più credibili l’Armani aveva il quarto budget e il settimo monte ingaggi tra le 18 squadre al via. Davanti Real Madrid (44 milioni di euro), Barcellona (43,5) e CSKA Mosca (33) prima dei 30 dell’Olimpia di cui 11 netti in stipendi per giocatori e staff contro i 19,2 del Real Madrid e i 22 del CSKA Mosca, estromessa in corso d’opera per colpa dell’invasione russa in Ucraina. E’ probabile che, spinto dalla gioia per il 29° titolo, Giorgio Armani scelga di rilanciare aumentando la posta: gli obiettivi sono la terza stella e l’Eurolega. Se non a qualsiasi costo, quasi…