Ore di smarrimento per i lettori della Gazzetta dello Sport, alle prese con il dilemma irrisolvibile su quanti Arrigo Sacchi girino per le stanze di via Rizzoli a Milano. Il tema è diventato di strettissima attualità questa mattina (11 marzo) leggendo l’intervista dell’ex tecnico del Milan campione di tutto su Pirlo e sui motivi del fallimento europeo della Juventus. “Cosa consiglio alla Juve? Di scegliere un allenatore che abbia una idea di gioco, che voglia proporre un calcio di squadra e offensivo” ha detto Sacchi, il quale ha anche spiegato di “faticare a giudicare Pirlo” e ha chiosato ritornando al vecchio concetto che per emergere in Europa serve un gioco diverso da quello sufficiente in Italia e “se la Juve non cambia continuerà a non vincere”.
Tutto chiaro e per molti condivisibile. Chissà cosa ne pensa però l’altro Arrigo Sacchi. Quello che 72 ore prima, sempre sulla Gazzetta dello Sport, aveva commentato così la vittoria della Juventus sulla Lazio: “Il coraggio e la competenza di Pirlo sono stati premiati con una prestazione che potrebbe aprire nuovi orizzonti alla Juve e al nostro calcio… Pirlo potrebbe divenire il grande autore della innovazione e del coraggio juventino. Buon lavoro”.
Come minimo il bacio della morte. Sempre che il primo articolo non l’abbia scritto Arrigo e alle cortesi domande della seconda intervista non abbia risposto Sacchi…