Nella Roma che vince 2-0 a Marassi sul campo del Genoa e si gode l’esplosione del gioiellino Felix Afena (classe 2003) non passa inosservata, quasi come fosse una pena per contrappasso, l’espressione corrucciata e malinconica in panchina di Nicolò Zaniolo.
Caso Zaniolo Roma: un panchinaro di lusso
Da Golden Boy giallorosso a esubero di lusso, questa la parabola del talento classe 1999 in poche settimane. Il ruolo da intoccabile ha lasciato spazio agli scomodi panni di panchinaro. Dal sorriso di Felix, nuovo simbolo romanista, allo sguardo triste di Nicolò, il passo è stato breve così come il cambio di gerarchie nel cuore dei romanisti e in particolare dell’allenatore di Setubal. E ora Zaniolo rischia di diventare un caso. D’altronde i numeri non mentono mai. Seconda panchina di fila per il fantasista che ieri a Genova ha giocato zero minuti dopo il quarto d’ora scarso in quel di Venezia prima della sosta. Il battibecco con Josè Mourinho ha segnato uno strappo tra il gioiello giallorosso e lo Special One, che l’ha relegato tra le riserve.
Zaniolo Mourinho: il cambio modulo ha penalizzato il fantasista
Tutta colpa della posizione da ricoprire in campo: Zaniolo vuole giocare a ridosso delle due punte (Abraham e Shoumodrov), in modo da essere più vicino alla porta, mentre Mou lo vede largo sulla fascia a fare scorribande sulla corsia laterale. Posizioni antitetiche che hanno provato lo screzio a Trigoria di settimana scorsa.
Ovviamente questa situazione – qualora perdurasse – potrebbe avere pure risvolti di mercato. Per certi versi clamorosi. Nelle scorse settimane, infatti, la Roma aveva avviato i contatti per il rinnovo fino al 2026 del fantasista e filtrava ottimismo per chiudere la pratica entro febbraio (con tanto di relativo aumento di stipendio a 3 milioni netti a stagione più premi), ma adesso le cose sono mutate. Forse radicalmente. E allora meglio andarci cauti.
Zaniolo: se non gioca si cambia aria?
Zaniolo però ha le idee chiare: vuole giocare con continuità per non perdere la nazionale in vista dei Playoff per Qatar 2022 e l’eventuale spedizione Mondiale. Tradotto: se le cose non dovessero cambiare lui e il suo agente (Claudio Vigorelli) si guarderebbero intorno e non firmerebbero certamente il prolungamento del contratto.
D’altronde gli estimatori di Zaniolo non mancano: sia in Italia sia all’estero. A partire da quel Monchi che lo portò nella Capitale (nell’ambito della cessione di Radja Nainggolan all’Inter nell’estate 2018) e lo rivorrebbe alle proprie dipendenze al Siviglia. Sul tavolo ci sarebbe già una bozza di offerta da 30 milioni per la società dei Friedkin. Basteranno? Difficile dirlo ad oggi. Spagna ma non solo: occhio pure alla Premier League dove c’è quel Fabio Paratici (suo grande estimatore dai tempi della Juventus) che lo ingaggerebbe volentieri per il nuovo Tottenham targato Antonio Conte. D’altronde lo stesso Zaniolo su Club House l’anno scorso aveva ammesso di essere intrigato da una esperienza all’estero un giorno, magari proprio Oltremanica. Occhio poi alle big italiane: l’Inter vanta il 15% sulla rivendita (Marotta però non ama i caratteri bizzosi…), ma – oltre alla Juventus da sempre sulle tracce del gioiello spezzino – anche il Milan starebbe prendendo informazioni. Nel 4-2-3-1 di Stefano Pioli uno come Zaniolo calzerebbe alla perfezione sia da trequartista che esterno destro offensivo. Un’idea che Maldini e Massara stanno valutando e accarezzando in caso di rottura nei prossimi mesi tra Mourinho e il talento italiano, che sembra non trovare pace.