Cos’è successo? Come mai ci siamo ritrovati a perdere più di un secondo al giro dalla Red Bull? Dopo il Gp del Belgio, vinto con una superiorità ed una facilità disarmante da Max Verstappen che di fatto si è messo in tasca il secondo mondiale piloti consecutivo, nel box della Ferrari si cerca disperatamente una risposta a queste domande. Perché mai come in Belgio, ma un po’ anche in Ungheria, la macchina era parsa davvero in difficoltà, ben lontana dalla rivale con cui aveva combattuto gara dopo gara dall’inizio del campionato.
Le preoccupazioni del venerdì e del sabato erano giustificate con il brutto tempo
Le preoccupazioni del venerdì e del sabato erano giustificate con il brutto tempo e le basse temperature. Per questo la domenica con un meteo soleggiato e con quasi 20 gradi in più sulla pista, si sperava in un passo gara al livello del rivale anglo-austriaco. Invece nulla, anzi, peggio.
Sainz e Leclerc hanno patito dal primo all’ultimo giro. “C’è stato un anomalo degrado delle gomme” hanno spiegato in coro piloti e tecnici; la preoccupazione generale è data soprattutto dal fatto che, oltre ai ben noti problemi di velocità di punta sui rettilinei, la Rossa ha perso anche nelle parti miste e nel lento che fino alla gara d’Ungheria erano stati il vero punto di forza.
E’ evidente che la Red Bull sia cresciuta
E, allora: cosa è successo? In generale ormai è evidente che da marzo ad oggi la Red Bull ha avuto un percorso di crescita e sviluppo molto più valido rispetto a quello realizzato a Maranello. La macchina di Verstappen si è prima messa a dieta, recuperando kg di troppo che ne hanno favorito l’agilità nel lento e poi ha portato in pista pacchetti aerodinamici che si sono rivelati preziosi. Binotto ed i suoi invece si sono dovuti concentrare forse troppo sulla scarsa affidabilità del motore (e c’è il sospetto che il manettino sia stato leggermente abbassato rispetto ad inizio anno) tralasciando la parte aerodinamica dove gli aggiornamenti non hanno prodotto tutti quegli effetti sperati.
Ma ci sarebbe di più
La gara di domenica di fatto è stata la prima in cui è entrata in vigore una nuova normativa, la Direttiva 39, voluta dalla Fia per attenuare il saltellamento delle auto nei rettilinei che, soprattutto a Baku, aveva costretto alcuni piloti a terminare la gara in condizioni fisiche precarie (ricorderete Hamilton incapace di uscire dall’abitacolo). Così a Parigi si è studiata una nuova regola su altezze e fondo (complicatissima da spiegare) per ridurre i rischi verso i piloti e, anche, per favorire la Mercedes, auto che più di tutte soffriva del cosiddetto “porposing”. Ed in effetti le frecce d’argento hanno migliorato le loro prestazioni con Russell che ha conteso a Sainz il podio fino all’ultimo giro. Possibile quindi che questa nuova direttiva abbia penalizzato soprattutto la Rossa mentre la Red Bull non ne ha risentito minimamente.
Il problema per la scuderia italiana è che adesso si corre quasi senza sosta. Questo weekend tutti in pista in Olanda e quello successivo la gara di casa, a Monza. Dove tre mesi fa sulle ali dell’entusiasmo i tifosi si azzannavano per i biglietti con un tutto esaurito in prevendita nella speranza di un facile trionfo. Oggi si spera in un podio, difensivo.