Avvertenza per tutti i tele-calciofili: dimenticatevi di poter beneficiare di prezzi di favore nel passaggio da Sky a DAZN e, in generale, nell’assetto dell’offerta televisiva di pallone dal prossimo autunno. È possibile che una serie di accordi e sublicenze aiuti a semplificare il quadro, evitando magari di fare slalom tra 3-4 piattaforme per garantirsi tutta l’offerta tra Serie A e Champions League, però il punto di partenza è che i diritti costano una fortuna e chiunque se li aggiudica ha poi necessità di rientrare. E la leva numero uno, trascorso il primo periodo lancio con prezzi per attrarre il grande pubblico, è modulare tariffe che consentano di rientrare e fare utili.
È il caso di DAZN. L’illusione di poter vedere la Serie A (7 partite su 10) al prezzo con cui oggi si pagano le 3 gare a week end è, appunto, solo un’illusione. Non saranno insomma 10 euro al mese con contratto flessibile in entrata e uscita ma molto di più. Quanto? Tolta la fase di lancio il costo dell’abbonamento si allineerà rapidamente ai valori attuali della concorrente NowTv: 30 euro al mese. Che significa una spesa da 300-350 euro all’anno per il tifoso, cui aggiungere quello che serve per coprire il resto della Serie A.
Tornando a DAZN, i conti sono facili: al prezzo di 30 euro al mese (indicato anche dai responsabili nel corso delle presentazioni in Lega Serie A come obiettivo) serviranno a regime circa 3 milioni di abbonati per coprire gli 840 milioni di euro a stagione che la piattaforma si è impegnata a versare ai club. Un target alto ma raggiungibile potendo offrire il meglio del calcio italiano, anche se quello europeo (Champions ed Europa League) è fino al 2024 nella disponibilità di Sky Sport.
L’altra curiosità riguarda cosa vedremo, noi tifosi italiani abituati ai ricchi pre e post partita una volta gestiti da Ilaria D’Amico e ai club con o senza giacca. Anche qui la risposta è secca: dimenticarsi tutto. Il format resterà quello attuale, molto minimalista in cui nella migliore delle ipotesi il segnale si apre 20 minuti prima e chiude 20 minuti dopo l’evento (a volte anche meno). DAZN non cambierà abitudini perché per i responsabili della OTT quello che conta è l’evento e non il contorno. È la formula giusta? Da verificare alla prova dei fatti, perché un conto è averla proposta da broadcaster alternativa e un conto è immaginare da qui in poi il racconto del calcio italiano in questa versione.