“A Lautaro Martinez farebbe bene il passaggio al Barcellona. Lo farebbe crescere come calciatore”. Il calciomercato non si ferma mai ed ha le sue regole. Comprese quelle della comunicazione. La frase che avete letto fa parte di questa strategia dove, spesso, alla base di tutto non c’è l’interesse del giocatore quanto quello del procuratore o di altri che dall’affare ci potrebbero guadagnare. E quando l’incasso è nell’ordine dei milioni di euro ecco che si può dire tutto, anche quello che non si pensa fino in fondo. Ovviamente condito con la frase “per il bene del giocatore”, che giustifica qualsiasi cosa. Il mercato ha le sue regole, alcune scritte, alcune no. Alcune pubbliche, alcune che passano sotto silenzio. Ad esempio: un procuratore guadagna molto di più a spostare il suo assistito da una squadra all’altra piuttosto che a farlo rinnovare con la stessa squadra. Una differenza di guadagno quantificabile nell’ordine di 5 ad uno. Con buona pace delle “bandiere”.
La cosa si fa ancora più interessante quando il proprio giocatore è a scadenza di contratto. A quel punto il procuratore, e tutto il mondo che gli gira intorno, fa il “pieno” alla roulette. Chiedere ad esempio alla Juventus (ma è solo un esempio allargabile ad ogni trattativa simile) che per Ramsey non ha sborsato un euro all’Arsenal ma si dice abbia dovuto versare all’entourage del gallese una cifra vicina agli 8 mln di euro. Tornando alla frase di inizio testo. È di un ex calciatore nerazzurro strettamente legato alla squadra argentina dove Martinez giocava prima di arrivare all’Inter e che, in caso di vendita di Lautaro, avrebbe diritto a parte dell’incasso.