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Europei, la previsione di Pizzigoni: “Italia ai quarti, nonostante i giornalisti”

Europei, la previsione di Pizzigoni: "Italia ai quarti, nonostante i giornalisti"

Perché leggere questo articolo? True-News.it ha intervistato Carlo Pizzigoni, uno di più importanti giornalisti sportivi in Italia, per un pronostico sulla Nazionale italiana agli Europei in Germania. Ecco cosa ci ha detto.

Buona la prima per l’Italia agli Europei. Fino alla partita d’esordio si è detto tutto e il contrario di tutto sugli Azzurri: da un’Italia minore, la Nazionale è improvvisamente diventata una papabile per la vittoria finale dell’Europeo. Dove sta la verità? True-news.it lo ha chiesto a Carlo Pizzigoni, uno di più importanti giornalisti sportivi in Italia, autore di Locos por el futbol e anima de “La fiera del Calcio” un innovativo format di dirette quotidiane su Twich e YouTube.

Pizzigoni, che impressione le ha fatto l’Italia?

Mi ha fatto una buona impressione. La nazionale con Spalletti ha iniziato un percorso un po’ in fretta dopo l’addio di Mancini. C’erano da mettere un po’ a posto le cose, su tanti punti di vista. Spalletti ha fatto un grande lavoro, a partire dalla comunicazione. Parla bene, è cosciente del ruolo che ricopre e sta creando una squadra con dei criteri calcistici di alto livello, perché è un grande allenatore. La mia perplessità è sul tempo. C’era il rischio di non arrivare pronti agli Europei. Invece la prima partita è andata bene, nonostante l’errore iniziale. La squadra non ha sbandato, rispondendo bene. Un buona prova, tutto sommato, considerando che la nazionale italiana non ha una qualità calcistica individuale superiore alle altre, quindi dobbiamo un po’ accontentarci, ma bene con Spalletti.

Dove può arrivare l’Italia?

Non dobbiamo chiedere troppo agli uomini di Spalletti. E’ una squadra che ha già un’identità, come ha dimostrato all’esordio. L’Italia ha un girone non facile con Spagna e Croazia, ma ha il vantaggio di poter passare eventualmente anche come migliore terza. L’Italia è in grado di fare una buona partita contro la Spagna. Una gara difficile, non bisogna partire con la critiche. Verosimilmente, se l’Italia arrivasse ai quarti di finale sarebbe un obiettivo che dovrebbe farci contenti.

In questa nazionale chi può essere l’uomo traino?

Il giocatore che ha fatto il salto di qualità è stato Barella. Ha avuto un infortunio, da cui ha recuperato, trovando anche il gol. Lo ha confermato pure Fulvio Pea, responsabile tecnico dell’Albania, che abbiamo ospitato a “La Fiera del Calcio”. Pea ci ha scherzato su: meno male che non stava bene Barella! In questo Euro 2024 non ci sono trascinatori: ci sono calciatori importanti, ma la cosa fondamentale è il collettivo, la squadra. L’Italia deve puntare tutto sul gioco. Andare oltre le individualità per creare un amalgama di giocatori che pensano con la stessa testa.

Dal vittoria all’Europeo di tre anni fa cosa è cambiato?

È naturale che le cose cambino. Il calcio va avanti insieme con le conoscenze calcistiche e anche i giocatori cambiano. Non si è mai gli stessi a distanza di anni, è inevitabile. Basti pensare che Calafiori nel 2021 non lo conosceva nessuno. Adesso è un giocatore importante, che ha stupito all’esordio e ha richieste in Premier League dopo un solo anno in Serie A. Certo possiamo dire che il gruppo sia rimasto, come nel 2021, abbastanza solido. Questa è forse la vera costante della nazionale.

C’è qualcosa che non va nella narrazione giornalistica sulla nazionale?

Funziona sempre così nel nostro Paese, chi fa calcio non deve stare troppo ad ascoltare quello che dice la gente. Quando perdi non sei nessuno, quando vinci sei un fenomeno. E’ accaduto lo stesso in questi Europei: prima di partire per la Germania eravamo una “nazionale minore”, dopo una partita c’è chi parla di pretendenti al titolo. Il modo di fare comunicazione dovrebbe cambiare, ma da questo punto di vista siamo un Paese molto arretrato. Su questo punto non riusciamo proprio ad andare avanti.

Chi è la sua favorita ad Euro 2024?

Le favorite sono le due squadre che reputo esser le più forti: Inghilterra e Francia. Mi è piaciuta molto anche la Germania.