False plusvalenze: Juventus e altri club di serie A rischiano nell’inchiesta partita da Torino. Un sistema “sporco” che andrebbe al di là del solo club bianconeri. Qualcuno già parla di una nuova Calciopoli.
False plusvalenze: cosa sono
Il fine delle plusvalenze fittizie è quello di diminuire il più possibile le perdite finanziare della società mettendo a bilancio cifre che ancora devono essere pagate o aumentando il valore di mercato di un giovane, il cui reale valore è ben inferiore alla cifra scritta sul suo cartellino. Dunque, si “pompano” i prezzi reali ed effettivi dei cartellini dei giocatori, per la maggior parte giovani, per aggiustare buchi di bilancio e rischiare un tonfo economico.
Dal 2009 la UEFA ha stabilito che tutte le squadre europee devono avere l’obbligo del pareggio del bilancio. In caso contrario la nota organizzazione può incorrere in pesanti sanzioni come il blocco del mercato o l’esclusione dalle coppe europee.
Questo provvedimento ha preso il nome di Fair Play Finanziario. Le società calcistiche talvolta raggirano questo obbligo tramite sponsor (come nel caso del PSG) oppure vendendo giovani calciatori ed esuberi della rosa (come ha fatto l’Inter lo scorso giugno).
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, durante una puntata de “La Domenica Sportiva” è intervenuto parlando delle plusvalenze in Italia, ed il suo messaggio è stato chiaro: “Tutti gli scambi senza finanza vanno segnalati alla Procura e segnaleremo alle società di revisione se alcuni elementi danno sospetti, facendole intervenire. E obbligheremo una svalutazione della plusvalenza fittizia“. Gravina ha poi concluso: “È nostro compito attenzionare plusvalenze e scambi sospetti, li segnaleremo alle autorità“.
Non solo la Juventus. Altri club di serie A rischiano
La prima a finire nell’occhio del ciclone e sotto inchiesta è stata la Juventus. Accuse di falso in bilancio per l’ex triade(Agnelli, Nedved, Paratici) che negli anni scorsi sono pare siano stati protagonisti di dubbi movimenti economici.
Più critico ed allargato il quadro che emergerebbe, stando alle indiscrezioni che arrivano dal Palazzo di Giustizia di Torino, dall’inchiesta sui conti della Juventus. Un sistema che il pool di magistrati composto da Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni sta portando man mano alla luce, analizzando documenti e intercettazioni e che riguarderebbe non soltanto il club bianconero ma anche altre società e, quindi, il mondo del calcio nel suo insieme. Ci sarebbero diversi altri profili sotto la lente, che non avrebbero rilevanza penale ma potrebbero far scendere in campo la giustizia sportiva. La Federcalcio, infatti, ha già richiesto gli atti alla Procura di Torino, che ha dato la sua disponibilità a collaborare.
False plusvalenze: Napoli
Il Napoli rischia per il caso plusvalenze, l’affare Osimhen è già finito nel mirino della Covisoc e potrebbe terminare in procura. La questione del Napoli è molto diversa da quella della Juventus. Nel caso della società bianconera la procura di Torino nelle intercettazioni, parla di un vero e proprio sistema: intrecci finanziari per trarre profitti ed aggirare gli schemi di bilancio per potersi permettere grandi investimenti.
False plusvalenze: Inter
L’Inter presto sarà sotto indagine per plusvalenze fittizie. Ad annunciarlo è l’edizione odierna di Repubblica che analizza il caso Juventus e sottolinea come, in realtà, ci sono almeno altri 6 club che hanno utilizzato questo modus operandi, in maniera più o meno aggressiva.
“Dal 2018, tra i nerazzurri e il Genoa sei operazioni per 78 milioni: tre acquisti per club. Ma, nei fatti, si sono mossi solo 5 milioni. Anche perché i giocatori erano quasi sempre gli stessi: nel 2018 il Genoa acquista il portiere Radu, l’anno successivo lo riprende l’Inter spendendo poco più di quanto incassato. Dodici mesi dopo tocca a Pinamonti: va al Genoa per 19 milioni, un anno e torna per 21 all’Inter dove lui e Radu non giocano mai. Idem Vanheusden, venduto allo Standard per ricomprarlo, senza impiegarlo. Perché un club in crisi dovrebbe spendere per giocatori inutili? La plusvalenza messa a bilancio dopo la prima cessione, ad esempio“.