Ora che Verstappen e Perez e la Red Bull tutta festeggiano sul podio di Baku – mentre la Ferrari, ritiratasi prima di metà gara con entrambe le auto, ha avuto il tempo di svuotare il paddock – non si può fare a meno di pensare ad una voce che da qualche settimana gira nei box della Formula 1. Cioè che i problemi recenti ai motori della Rossa avrebbero una ragione precisa. Andiamo con ordine.
Un giro non basta
Ad inizio mondiale Leclerc dominava le gare ma era evidente che sul dritto, nei rettilinei, la Red Bull avesse una marcia in più. Poi, eliminati i problemi sul lento, ecco che Verstappen diventava più forte di Leclerc, come dimostrato in Arabia Saudita e a Miami.
È proprio a questo punto che, per ridurre o chiudere il gap con gli avversari la Ferrari avrebbe (condizionale obbligatorio nel mondo super segreto della Formula 1) deciso di mettere da parte un po’ la sicurezza del propulsore a caccia di cavalli. Una scelta che in prova si è dimostrata vincente, con Leclerc dominatore sul giro secco, ma che poi in gara quando di giri a tutto gas ne servono 50 e non 1 ecco che cominciano guasti, fumate, ritiri.
Morale a terra e spifferi
La doppietta di oggi della casa anglo-austriaca è di quelle che fanno male, anche al morale. Il mondiale che un mese fa sembrava a portata di mano oggi sembra distante anni luce. Domenica prossima si corre in Canada e per la Rossa sarà il momento delle scelte decisive: prestazione o affidabilità? In entrambi i casi le possibilità di vincere sono poche e purtroppo solo vincendo si può pensare di tornare in gara per il mondiale piloti. Insomma, se non è scacco matto per Maranello poco ci manca.
Ride solo Monza
Forse, unici a ridere, sono gli organizzatori del Gp d’Italia a Monza del prossimo settembre. La vendita dei biglietti è stata infatti aperta quando la Rossa volava e dominava, così ecco spiegato il tutto esaurito da record con 230 mila biglietti e la ricerca di nuove tribune temporanee per accontentare le richieste dei tifosi.
Se la vendita fosse invece cominciata domani sarebbe stato difficile pensare al sold-out.
Ps. Se qualcuno a Maranello dovesse provare a cambiare le carte in tavola gli andrebbe ricordato che l’obiettivo, unico e dichiarato, era il titolo. Che si arriva da due anni neri, tra i più bui della storia, che la Ferrari non vince il Mondiale piloti dal 2008. Tanti, troppi.
Un secondo posto sarebbe un brodino insipido.