La tre giorni di test sul circuito del Bahrein non ha chiarito molto della stagione 2021 di Formula 1. La Mercedes è stata troppo brutta per essere vera, la Red Bull è parsa la più in palla, Aston Martin ha evidenziato qualche malanno di gioventù, bene McLaren e Alpine. E la Ferrari?
Dalla pista sono arrivati segnali misteriosi. Di certo il motore è migliorato, come hanno dimostrato le velocità sui lunghi rettilinei decisamente migliori rispetto a quelli (da lumaca) dell’anno scorso. Ma questo non basta per cantare vittoria. Anzi. A riportare tutti alla realtà ci hanno pensato i diretti interessati: il team principal, Mattia Binotto, ha parlato di “tanto lavoro da fare”, sottolineando che l’importante è “fare meglio dello scorso anno”. Frase che di per sé fa sorridere, dato che la stagione passata è nella storia come la peggiore di sempre per la Rossa nel Mondiale di Formula 1. Ci mancava solo la replica. Charles Leclerc è stato ancora più esplicito: “non si lotterà per mondiale”. Punto.
Entrambi hanno chiesto fiducia e pazienza ai tifosi e qui sarebbe forse ora che i tifosi parlassero. Perché l’ultimo successo nel mondiale piloti è del 2007, in quello costruttori del 2008: 14 e 13 anni senza successi. Eppure la Ferrari ha avuto mezzi anche economici come pochi altri, spesso come nessun altro. Quindi, da tifosi, la domanda da porre oggi a John Elkann è la seguente: “Presidente, lei ritiene che la macchina del 2022, quella dei cambi di regolamento, quella della riscossa, sia stata affidata alle persone giuste? Lei si fida della sua squadra?”
Perché, caro Presidente, più o meno solo le stesse che hanno disegnato e realizzato il disastro del 2020 che pagheremo anche nel 2021. Sbagliare la vettura 2022 ci condannerà ad un altro triennio di delusioni. 14 senza vittorie sono troppe. 17 anni sarebbero inaccettabili, anche per il più paziente dei tifosi.