Una farsa, una vergogna, forse la peggiore pagina della storia della Formula 1. Quanto successo a Spa pochi giorni fa ci racconta di uno sport che sembra impantanato in mille difficoltà da cui uscire sarà una vera e propria impresa.
Formula 1 Belgio, cosa è successo al GP di Spa
Andiamo con ordine. La gara è stata rinviata più volte, causa maltempo, e dopo tre ore di tira e molla ecco i famosi due giri con le auto dietro la Safety car (quindi senza nemmeno la possibilità di superare) fino alla bandiera rossa finale. A rendere la cosa davvero assurda il fatto che tutto questo abbia addirittura portato all’assegnazione di punti validi per le classifiche piloti e costruttori. Certo, i punti sono stati dimezzati ma anche fosse stato solo uno al vincitore sarebbe stato un punto regalato.
La gara infatti non c’è stata quindi l’unica cosa logica da fare era annullare il tutto, rimborsare il pubblico, scusarsi con i telespettatori e dare appuntamento alla prossima corsa.
GP di Spa, Verstappen ed Hamilton hanno condizionato la decisione?
I maligni (che ogni tanto ci azzeccano) dicono che dietro alla decisione di premiare il vincitore, cioè Max Verstappen, ci sia una sorta di atto di compensazione per la mancata squalifica in Inghilterra del rivale nella corsa al titolo, quel Lewis Hamilton che ha colpito l’olandese della Red Bull sbattendolo contro le barriere e mandandolo per controlli in ospedale, subendo solo 10” di penalità. Un buffetto per il campione della Mercedes che infatti quella corsa l’ha vinta abbastanza agevolmente.
Formula 1 Belgio, la verità dietro la pioggia al GP di Spa
Ma al di là dell’assegnazione dei punti bisogna raccontare e spiegare come si sia arrivati a questo pomeriggio dell’assurdo.
Anni fa, nemmeno troppi, con condizioni simili si sarebbe comunque corso. Certo, a rischio della vita dei piloti. Ed è giusto che la sicurezza sia la prima cosa. Ma c’è dell’altro dietro questa indecisione di massa. Anzi, di assoluta mancanza di coraggio ed assunzione delle proprie responsabilità.
Anni fa gli incidenti, anche purtroppo quelli mortali, venivano vissuti come facenti parte del sistema, come “cose che purtroppo capitano”. Da qualche tempo però gli incidenti si sono trasformati in questioni legali ed assicurative complicatissime che di fatto hanno messo le manette al sistema. Nessun direttore di corsa oggi è disposto a rischiare di suo, perché di questo si tratta, in nome dello sport. E nemmeno i proprietari della baracca possono imporre una cosa simile. Così si preferisce rinviare, e persino non far partire una gara se tutto non è perfetto e se tutti (piloti e team manager) non sono d’accordo.
I proprietari americani del Circus hanno come prima “mission” il ritorno allo spettacolo. Da questo desiderio sono nate le norme da cui prenderanno vita le auto del mondiale 2022 ed oltre. Una nuova Formula 1 però ha anche bisogno di coraggio, di chiarezza.
A Spa tutto questo è mancato ed i mal di pancia (tra sponsor, tv che hanno investito miliardi per i diritti e qualche pilota) rischiano di trasformarsi in gastrite cronica.