“Gli Yankees e LeBron James entrano nel Milan”. Diciamo la verità. Anche noi giornalisti dobbiamo vendere copie in edicola ed acchiappare clic sui siti. E così a volte “coloriamo” un po’ la realtà. Nessuna critica quindi nei confronti dei colleghi e delle testate autrici di titoli come questo. Bisogna però raccontare a questo punto come stiano davvero le cose.
Quella che è successa è alla fine una semplice manovra finanziaria tra fondi
Se qualcuno infatti credesse che da domani il rossonero verrà sostituito dal famoso gessato bianco della più nota squadra di baseball del mondo e della storia, oppure che il Re del basket degli ultimi due decenni sarà a San Siro con la sciarpa del Milan al collo si sbaglia di grosso. Perché quella che è successa è alla fine una semplice manovra finanziaria tra fondi (gli unici a potersi permettere acquisizioni di questo tipo) dentro cui c’è di tutto: dagli Yankees a James, appunto. Andiamo con ordine.
Si è chiuso il passaggio di proprietà già annunciato da mesi del Milan dal fondo Elliott al gruppo RedBird, di Gerry Cardinale, per una cifra vicina al miliardo e 200 mln di euro.
Tra gli investimenti del gruppo di private equity a cui sono interessati c’è appunto il Milan
Come anticipato dal Financial Times negli Stati Uniti, altri fondi stanno per entrare con alcune quote appunto in RedBird, creando così una società ancora più ricca e potente. E tra gli investimenti del gruppo di private equity a cui sono interessati c’è appunto il Milan. Uno è appunto quello della proprietà degli Yankees, l’altro è Main Street Advisor, fondo con decine di soci e finanziatori tra cui la stella del Lakers ed altri nomi famosi dello star system americano, come il notissimo rapper Drake. Solo al closing della cessione rossonera verranno rese note le quote che RedBird ha ceduto ai nuovi partner.
La nuova proprietà ha una visione economica molto attenta ed oculata
Quello che però dev’essere chiaro ai tifosi del Milan è che la nuova proprietà, con i nuovi soci, tanto come quella attuale hanno una visione economica del calcio molto attenta ed oculata. Credere che da gennaio si potranno mettere sul mercato centinaia di milioni per campagne acquisti faraoniche è del tutto fuori dalla realtà. La linea seguita da Elliott in più si è dimostrata vincente sul campo e sul bilancio: conti sistemati, campionato conquistato. Il tutto puntando sui giovani ed abbassando il monte ingaggi; il tutto senza cedere alle paure delle cessioni a parametro zero, addii eccellenti come quelli di Donnarumma, Chalanoglu e Kessie che sono avvenute alla fine in maniera indolore. E se poi davvero il prossimo anno qualcuno dovesse presentarsi con un assegno da 120mln per Leao, il portoghese sarebbe ceduto senza se e senza ma. A patto da dare modo e tempo a Maldini e Massara di trovare uno o più sostituti all’altezza.
Gli americani hanno da sempre nella loro cultura sportiva la modernità degli impianti
Certo, le basi economiche della società sono di certo più solide e questo è il vero punto a favore del Milan che, in più, ha messo nel mirino la sempre più necessaria e centrale costruzione del nuovo stadio. Gli americani hanno da sempre nella loro cultura sportiva la modernità degli impianti; San Siro, seppur glorioso, non rientra nei parametri di modernità richiesti dai nuovi proprietari. Un’accelerazione decisiva in questo senso è da aspettarsi a breve.
Se poi gli Yankees (squadra che vale 6 mld di dollari) e LeBron (uomo che ha appena firmato un contratto da 57mln netti a stagione di stipendio per due anni) volessero dare consigli ai rossoneri e a tutto il calcio su come rendere il nostro sport più appetibile sul mercato siamo pronti con carta e penna a prendere appunti.