Un trionfo. Il bilancio post Gp d’Italia a Monza si può riassumere con questa unica parola. Purtroppo non dal punto di vista sportivo; Leclerc infatti non ce l’ha fatta a regalare un successo alle centinaia di migliaia di tifosi della Rossa che sono corsi all’Autodromo. Ma se si guardano i conti economici, beh. Trionfo è davvero l’unico commento valido.
Sabato è stato dichiarato il sold out, con 336.647 titoli di ingresso venduti
Secondo i dati forniti da SIAS l’edizione del Gran Premio d’Italia nell’anno del Centenario dell’Autodromo Nazionale Monza ha registrato l’affluenza di pubblico più grande di sempre. Sabato è stato dichiarato il sold out, con 336.647 titoli di ingresso venduti, per una presenza effettiva calcolata sui 3 giorni di 330.000 persone circa, vale a dire circa il 65% in più rispetto al 2019.
A questo aggiungiamo le quasi 15 tonnellate di rifiuti raccolti.
Questi i bilanci ufficiali sulle presenze. Ma la realtà è ancora più splendida e divertente da raccontare. Abitando in zona ci è stato facile guardare, osservare e toccare con mano gli enormi vantaggi economici per l’indotto e che non finiscono per mille motivi nei comunicati e nei conteggi ufficiali. Partiamo dai bar: grazie anche alla gestione a dir poco difficile della ristorazione all’interno dell’autodromo, con il fallimento dei «token» e con prezzi diciamo così un filino esagerati (10 euro per un panino, di certo non gourmet), tutti i locali situati nei pressi dell’ingresso dell’autodromo hanno fatto affari d’oro. Due dati su tutti. A Vedano al Lambro, ad esempio, si narra di un locale che ha venduto da giovedì a domenica ben 180 fusti di birra, per un totale di 5400 litri. Affari d’oro…
O di un’altro bar, proprio a due passi dall’ingresso della pista che ogni giorno ha sfornato almeno 700 panini. Conteggi globali non sono per loro possibili dato che ad un certo punto è cominciato un via vai verso i supermercati alla caccia di ane, pane a fette per i toast, affettati, salumi, formaggi, salse: extra che hanno fatto perdere il conto complessivo ma che, ammettono, hanno portato nella cassa una cifra di soldi assolutamente inimmaginabile e nemmeno paragonabile agli anni precedenti.
Per non parlare poi dei taxi: 150 euro a tratta
Da varie città per tutto il weekend è stato un via vai di auto bianche che dalle 7 del mattino fino alle 4 del mattino successivo portavano tifosi ed appassionati da Milano alla pista e viceversa. I prezzi? Un tassista ha raccontato di avere accordi con una decina di gruppi di tifosi (3 o 4 persone); il prezzo? 150 euro a tratta. Cash. Fate voi i conti. Abbiamo anche visto tifosi stranieri portati alla Stazione dei treni di Monza per 50 euro. Lunghezza del percorso: 4 km. Tassametro spento.
Affari d’oro infine anche per chi ha venduto gadget
Tra gli oggetti più richiesti la camicia Ferrari con il colore giallo usato per la gara venduta a 100 euro, e non stiamo parlando del merchandising ufficiale di Maranello, ma di copie belle e buone, diciamo così. Visto poi cappellini a 50 euro e sempre a 50 euro le bandiere della Rossa (100×70, puro sintetico, Made in China, prezzo d’acquisto? 1 euro). «Non vi pare troppo?» chiedo alla donna dietro il bancone… «Finché questi comprano io i prezzi perché li dovrei abbassare???». Ed infatti se si ripassava domenica post gara c’era la svendita a 20 euro tutto.
Se non è un trionfo questo…
Ps. Dicono che Emirates, uno dei main sponsor di tutta la Formula 1, sia rimasta profondamente irritata dal passaggio trionfale sulla linea di partenza scortato dalle Frecce Tricolori di un aereo di Ita….