Attenzione a dare per morto Claudio Lotito, risorge sempre e ogni volta più forte di prima. Anche la vicenda dei tamponi e delle quarantene saltate in concomitanza con le sfide contro Torino e Lazio (novembre 2020) è finita con un trionfo per il presidente laziale. Anche se l’iter della giustizia sportiva ha certificato il comportamento non lineare del club nel pieno della pandemia e lo stesso Lotito si è visto condannare perché considerato responsabile delle azioni dei propri medici.
Claudio Lotito si è salvato ancora
Punito ma salvo, perché la vera posta in gioco era la sopravvivenza nella carica di consigliere della Federcalcio, a rischio se fosse arrivata un’inibizione sufficiente a superare i 12 mesi complessivi nell’ultimo decennio. Non sarà così. I giudici della Corte d’Appello, cui il Collegio di Garanzia del CONI aveva rimandato le carte per rideterminare le pene, si sono fermati a due mesi e quindi abbondantemente al di sotto della soglia di rischio. Non solo. Il passaggio dai 10 mesi richiesti dalla Procura in primo grado al maxi sconto dell’appello-bis – avvenuto attraverso la carezza dei 7 del primo giudizio e la stangata dei 12 dell’appello-uno – disegna una parabola in cui gli avvocati della Lazio hanno praticamente raggiunto ogni obiettivo prefissato.
Ora Gravina (Fgc) dovrà riammettere Lotito
Niente penalizzazione, niente partite perse a tavolino (cosa che non esisteva nelle norme federali ma che era stata evocata nel piano della polemica) e niente punizione politicamente capitale, con buona pace di chi non vedeva l’ora che Lotito scivolasse fuori dai palazzi del potere calcistico, quelli in cui da qualche anno si vocifera abbia meno influenza di prima ma che continuano a essere il suo terreno di battaglia. La spallata non è riuscita e anche il presidente Figc, Gabriele Gravina, dovrà prenderne atto riammettendo il proprietario della Lazio nel Consiglio federale da dove l’aveva escluso in attesa del pronunciamento della Corte d’Appello.
Si chiude così una delle vicende più oscure della stagione del Covid, quella partita tra mille dubbi un anno fa e rimessa più volte in bilico dagli interventi delle ASL locali in un ginepraio di norme e interpretazioni a tratti impossibile da districare.
Ultima stagione del Collegio di Garanzia del CONI
E’ stata anche l’ultima stagione del Collegio di Garanzia del CONI così come è stato conosciuto in questi mesi, salito alla ribalta delle cronache per le sentenza della giustizia calcistica contro il Napoli e contro Lotito azzerate entrando anche nel merito. Il presidente Franco Frattini, ex ministro degli Esteri e della Funzione Pubblica nei governi Berlusconi, lascia ma soprattutto saranno le regole di ingaggio a essere ridefinite in maniera più chiara.
L’attivismo di Frattini è piaciuto poco in Figc, dove si ritiene che sia stato valicato il confine originario che definiva il Collegio una sorta di Cassazione abilitata a valutare solo la legittimità formale di una sentenza.
Cosa succederà adesso? La spinta è tornare allo spirito originario, anche per evitare il moltiplicarsi dei gradi di giudizio che ha reso la giustizia del pallone una sorta di scontificio poco comprensibile agli occhi degli appassionati.