Da lunedì scorso e per una settimana uno dei temi portanti della narrazione giornalistico-sportiva è stata la lode ai campioni over 40. Riflessione nata dopo l’ennesima grande prestazione di Zlatan Ibrahimovic ma soprattutto dal trionfo nel Superbowl di Tom Brady, 43 anni, quarterback dei Tampa Bay Buccaneers a cui si aggiunta anche la notizia del rinnovo di contratto di Lewis Hamilton, non più giovanissimo ma vero e proprio dominatore della Formula 1, e l’ennesima grande stagione di LeBron James, stella dei Lakers e dominatore da un decennio della Nba.
The G.O.A.T.
C’è però qualcosa che stona in questo paragone. Due gol con il Crotone, parlando di Ibra, non valgono certo il settimo titolo nella Nfl, o un anello Nba e nemmeno un record storico e forse imbattibile del mondo dei motori.
Ma, si sa, a noi piace esagerare. Così paragoniamo l’attaccante rossonero ad atleti di un’altra categoria, perché Brady, James ed Hamilton sono di un altro livello, quello che compete ai più forti di sempre nel loro sport. Negli Usa da domenica sera si discute addirittura del fatto che Brady sia il più grande sportivo della storia degli Usa di sempre (the GOAT, greatest of all time); di sicuro lo è per il football americano (in più è pure sposato con Gisele Bunchen, tanto per non farsi mancare nulla…). Come non si discute sul fatto che LeBron da due decenni sia il simbolo del basket nel mondo, fatto di titoli in tre città diverse: Miami, Cleveland e Los Angeles.
E cosa dire di Hamilton, capace di frantumare i primati irraggiungibili di Schumacher. Grandi, grandissimi, i migliori nel mondo, nel loro sport, i migliori di sempre. Zlatan Ibrahimovic sta facendo cose grandissime, uniche, da campione qual è. Ma la storia ed i trofei parlano chiaro: Maradona, Pelè, ed oggi Messi e CR7 sono al di sopra. Ricordiamocelo, anche quando romanziamo sulle pagine sportive dei quotidiani.