Il contratto che legherà Paulo Dybala alla Roma per le prossime tre stagioni, un manoscritto di 36 pagine portato a compimento grazie all’intervento fattivo di due grandi studi legali oltre che di consulenti di entrambe le parti, può rappresentare una terza via nel calcio moderno, quello in cui sempre più top player scelgono la strada di gestirsi andando a scadenza di rapporto con il proprio club per poi mettersi sul mercato. Non è una sorpresa che a pensarlo, insieme alla squadra dell’argentino, sia stata una proprietà americana che viene da un mondo distante da quello tradizionale del pallone del Vecchio Continente: è uno schema che si sta ripetendo anche altrove e che segna una certa discontinuità rispetto al passato.
La Roma e Dybala saranno quasi più partner commerciali che semplice datore di lavoro e dipendente
Provando a sintetizzare, la Roma e Dybala saranno quasi più partner commerciali che semplice datore di lavoro e dipendente. Nelle 36 pagine tutto è codificato con precisione svizzera, non solo i bonus (per altro non impossibili da raggiungere) che alzeranno lo stipendio dai 4,5 milioni della base fissa ai circa 6 grazie a gol, presenze, assist e calci di rigore che la Joya evidentemente tirerà al posto dei compagni. Interessanti sono i paragrafi dedicati alla delicata questione dei diritti di immagine che Dybala ha tenuto per sé e che nel suo bilancio personale rappresentano una voce da almeno 20 milioni di euro all’anno alla quale legittimamente non rinuncia (è il motivo per cui era impensabile vederlo alla corte di De Laurentiis che nel suo Napoli ha una policy opposta).
Per contratto è scritto tutto quello che Dybala dovrà o non dovrà fare
Per contratto è scritto tutto quello che Dybala dovrà o non dovrà fare, quando indossare la maglia o le tenute ufficiali della Roma e quando, invece, sarà libero di gestire la propria immagine soprattutto attraverso i social in cui è presente con grande forza al pari della compagna. Dettagli previsti anche per le attività di supporto alle sponsorizzazioni dei club, gli spot e i video da girare con i compagni e quelli che, invece, saranno riservati solo alla sua attività di uomo immagine.
E in ogni caso è prevista anche una percentuale per lo stesso Dybala
Ma la parte più interessante e innovativa è quella legata alla clausola rescissoria che ad ogni stagione, per una finestra di tempo limitata nel corso dell’estate, potrà consentire all’argentino di cambiare squadra dietro il pagamento di una somma intorno ai 20 milioni di euro. E’ il nodo, spesso capestro, cui si sono impiccate decine di club negli ultimi mesi e che ha visto svanire investimenti milionari lasciando a procuratori e calciatori la raccolta delle migliori offerte. Ebbene, la Roma e Dybala si sono messe in società nella eventuale gestione di questo passaggio: la cifra è relativamente contenuta per volere del giocatore, ma davanti a una possibile partenza a parametro la Roma avrà la possibilità di congelare la clausola andando a ritoccare al rialzo una delle voci previste: stipendio, bonus, durata del contratto. E in ogni caso è prevista anche una percentuale per lo stesso Dybala. Viene meno, insomma, il meccanismo unilaterale in cui i presidenti non hanno alcuna voce in capitolo quando la clausola viene esercitata.
Un nuovo modo di ragionare
Anche in tema di commissioni la Roma dei Friedkin ha imposto, non solo ad Antun manager di Dybala, un nuovo modo di ragionare. Non si pagano più all’esito della trattativa ma anno per anno, legate allo stipendio del calciatore con una percentuale del 10%. Così al procuratore conviene non pensare il più in fretta possibile quando portare via il suo assistito, per innescare un nuovo meccanismo che gli faccia guadagnare denaro per l’intermediazione, ma lavorare perché resti con soddisfazione di tutti. Alla fine i conti tornano, nel senso che la cifra sarà quella pattuita in sede di trattativa: solo spalmata e senza la beffa di aver strapagato un procuratore per una storia d’amore calcistico che magari si interrompe dopo pochi mesi.