“Il Gran Premio d’Italia è Monza, ma è necessario che ci si renda conto di quello che è accaduto e quello che accadrà, perché da soli non ce la facciamo…”. In una conferenza stampa passata per lo più sotto silenzio, il Presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani ha confermato quello che nel mondo della Formula 1 e dentro l’Autodromo di Monza tutti sanno, da mesi se non anni: il gran premio d’Italia del 2025 sul circuito brianzolo è a forte, fortissimo rischio.
Il contratto con gli americani, proprietari del Circus è valido ancora per due anni, il 2023 ed il 2024, ma poi sono solo incognite.
I nuovi proprietari infatti hanno un obiettivo ed uno solo: fare soldi, facendo spettacolo
I nuovi proprietari infatti hanno un obiettivo ed uno solo: fare soldi, facendo spettacolo. E per questo ecco l’apertura a nuove piste e nuovi mercati che sembravano impensabili prima di allora: Arabia, Miami, quest’anno Las Vegas. Località capaci di mettere in campo (e soprattutto in pista) investimenti e strutture che noi ci sogniamo la notte. Servono spazi più ampi, zone per gli ospiti vip più «glamour» mentre le nostre Hospitality sono troppo caserecce e poco attrattive per convincere gente ricca a spendere 3-4 mila euro per un giorno in pista. Ma serve anche una struttura più moderna pure per chi semplicemente prende un biglietto prato o per le tribune minori. Invece Monza ha mostrato nell’ultimo Gran Premio tutti i limiti di una struttura ormai fuori dal tempo.
Sticchi Damiani: “La Formula 1 di Ecclestone non esiste più”
“La Formula 1 di Ecclestone non esiste più – ha detto Sticchi Damiani – questi ci chiedono dei lavori che vanno necessariamente fatti perché i nuovi proprietari non si accontenteranno della storia di questa pista. Aci ha investitop in questi anni 44 mln di euro, ma da soli non ce la facciamo…”. Nella lista delle opere ci sono le nuove tribune, l’asfalto della pista, la aree riservate e soprattutto i sottopassi. Un problema questo legato al fatto che la pista si trova dentro il Parco di Monza, luogo dove l’attenzione alla natura è massima, con una forte attenzione e pressione da parte degli ambientalisti. Per i sottopassi infatti sarebbe obbligatorio tagliare alcuni alberi, cosa che da quelle parti non è per nulla semplice e scontata.
Insomma; ricorsi e intoppi ai lavori sono garantiti, come da tipica prassi italiana.
Il futuro quindi è molto incerto. Anche perché in realtà stando ai colloqui con Liberty di un anno fa le opere sarebbero dovute cominciare lo scorso autunno. Imola da quel punto di vista ha rispettato i tempi, Monza no. «Abbiamo definito le risorse per fare i lavori e completato i progetti che nel giro di dieci giorni porteremo in Comune a Monza – ha ripetuto Sticchi Damiani – due relativi ai sottopassi e alla pista e due di fattibilità che riguardano le tribune e la copertura dei box. Mi auguro che nel giro di 2-3 settimane la conferenza dei servizi possa deliberare per dare così il via alle gare d’appalto…”.
Sui tempi di questi lavori non c’è alcuna certezza. La nomina di un commissario di sicuro renderebbe il tutto più agile e veloce ma ad oggi non si sa se riuscirà a fare qualcosa prima del gp del prossimo settembre o se si partirà dopo, cioè con un anno di ritardo rispetto alle richieste di Liberty. “Da soli non ce la facciamo”, ha chiuso Sticchi Damiani.
Chi ha orecchie per intendere in regione e a Palazzo Chigi, intenda
Chi ha orecchie per intendere in regione e a Palazzo Chigi, intenda. Anche perché questa volta nemmeno la protezione di Stefano Domenicali, ceo di Formula One e che vive a due passi dal Parco e dall’Autodromo Nazionale di Monza, potrà bastare.