“E adesso?”. Se giraste per il centro di Monza, se vi fermaste nei pressi dell’Arengario, luogo centrale delle chiacchiere degli abitanti del capoluogo della Brianza, beh il discorso, unico, sulla bocca di tutti, che sentireste è legato al futuro della squadra biancorossa. E le parole hanno il tono basso ed un sapore amaro. Si, perché una cosa pare chiara a tutti: il Monza senza Silvio Berlusconi, quello capace di arrivare vicino al sogno di un ingresso in Europa da neopromossa, non sarà lo stesso. Anzi, sarà sicuramente peggiore.
Ma siamo davvero sicuri che stiano davvero così le cose?
Partiamo con le certezze: la famiglia Berlusconi da tempo aveva dato mandato ai vertici di Fininvest di cercare un nuovo socio che poi sarebbe dovuto diventare il proprietario. Troppo oneroso infatti l’investimento da oltre 120 milioni che Silvio Berlusconi aveva messo in campo dal suo arrivo a Monza, presa dalla serie C e portata di corsa in Serie A. Se infatti Marina, Piersilvio e gli altri hanno ritenuto di poter garantire ancora l’impegno finanziario e l’appoggio per Forza Italia beh, lo stesso non lo possono garantire per la squadra di calcio (che costa molto ma molto di più). Squadra in vendita e purtroppo non in maniera segreta.
Più il venditore è obbligato alla cessione e più ha fretta e peggiori saranno le condizioni di vendita
Questo complica non poco il compito di chi deve portare avanti le trattative. Le leggi del mercato, per ogni cosa, da sempre sono chiare: più il venditore è obbligato alla cessione e più ha fretta e peggiori saranno le condizioni di vendita. Tradotto: la cifra di 250 milioni, valutazione e richiesta di partenza, sembra essere molto lontana dall’essere accettata. Le prime controproposte si aggirano attorno ai 160-180 milioni. Non pochi a prescindere dato che farebbero rientrare nelle casse della famiglia Berlusconi quanto investito in questi anni.
Berlusconi è stato chiaro con i suoi: il Monza va ceduto in mani sicure
C’è poi la questione legata all’acquirente. Berlusconi è stato chiaro con i suoi: il Monza va ceduto in mani sicure, serie, ceduto a qualcuno con la stessa volontà sua di regalare successi e soddisfazioni ed un futuro sicuro. Diciamo che la cosa è di fatto impossibile: soprattutto nel calcio Berlusconi ha dimostrato di essere molto più che un proprietario, un vero e proprio visionario dal punto di vista tecnico (la scelta di Palladino la si può paragonare a quella di Sacchi e Capello) e da quello aziendale.
Ecco quindi che sul nome del favorito, il magnate greco Evangelos Marinakis, ci sarebbe qualche dubbio
Se oggi passate davanti a Monzello, il centro sportivo di allenamento dei biancorossi si troverebbe davanti un vero e proprio gioiello. Una struttura nuova, moderna, all’altezza di una squadra di serie A. Ingresso, parcheggio, campi, tribune, alloggi, palestre, tutto nuovo, tutto di altissimo livello, tutto che passerà nelle mani del prossimo proprietario che, al massimo, per i prossimi 5 anni si dovrà preoccupare di dare una rinfrescata di vernice bianca, se servisse.
Ecco quindi che sul nome del favorito, il magnate greco Evangelos Marinakis, ci sarebbe qualche dubbio non dal punto di vista finanziario ma piuttosto personale. In Grecia infatti Marinakis è finto al centro di scandali legati alla sua squadra di calcio, l’Olympiacos, e personali-giudiziari. Si preferirebbe quindi un profilo di maggiore garanzia “istituzionale”. Il problema è, come dicevamo in principio, che un venditore ha il coltello dalla parte del manico quando non ha fretta e non deve vendere a tutti i costi. Il Monza oggi è nella situazione opposta e questo è un bel guaio.