Perché questo articolo potrebbe interessarti? Per capire come gli arabi investono nel mondo del calcio, occorre andare a Palermo: qui la società guidata dal City Football Group, di proprietà del fondo degli Emirati Arabi Uniti che controlla il Manchester City, sembra voler andare oltre i “semplici” investimenti sui giocatori.
L’estate 2023 da un punto di vista calcistico è caratterizzata dall’ingresso sempre più dirompente dei capitali arabi nel mercato. Un fenomeno per la verità che va avanti da almeno un decennio, ma che da quest’anno appare ancora più dirompente. In Arabia Saudita specialmente infatti, si punta a far giocare molti talenti direttamente nel locale campionato e non si pesca più soltanto tra campioni oramai sul viale del tramonto in Europa.
Quello saudita sembra lo stesso tentativo fatto anni fa negli Usa e in Cina. C’è però una differenza: nella penisola arabica il calcio è sempre piaciuto e potrebbe essere visto come un’importante arma di soft power da sfruttare nel lungo periodo. Per comprendere l’approccio arabo nel mondo del pallone, in Italia occorre andare a Palermo. Qui la società è stata acquistata lo scorso anno dal City Football Group, lo stesso che controlla i campioni d’Europa del Manchester City e che fa capo allo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, vice presidente degli Emirati Arabi Uniti.
Gli investimenti sulle strutture
La vittoria della Champions per il Manchester City è arrivata dopo più di un decennio di tentativi. L’arrivo di grandi campioni e di Guardiola come allenatore, non ha equivalso a un’automatica apertura di un ciclo vincente fuori dall’Inghilterra. Forse per questo negli anni il gruppo fondato dagli emiratini ha iniziato a modificare la propria filosofia. Oltre agli investimenti sulla rosa, si è passati a copiosi investimenti sulle infrastrutture.
Un concetto ben riscontrabile anche a Palermo. Qui il sogno di avere un proprio centro sportivo risale agli anni di Zamparini, il vulcanico presidente che negli anni 2000 ha portato i rosanero in Europa ma a cui non è riuscita l’impresa di dotare la squadra di nuove strutture. Dopo il fallimento del 2019, la nuova società ripartita dalla Serie D guidata dal palermitano Dario Mirri ha subito lavorato per centrare l’obiettivo della costruzione di una nuova “casa” per staff e giocatori. Un’ambizione considerata alla stregua dell’immediato ritorno nel calcio che conta. Con l’acquisto di alcuni terreni all’interno del territorio del comune di Torretta, tra le colline che circondano il capoluogo siciliano, è così ufficialmente partito il progetto del centro sportivo.
Un progetto che si è poi potuto concretizzare con l’arrivo del City Group. Da Manchester i vertici della società hanno dato il via libera all’investimento per arrivare, nel giro di pochi mesi, a concretizzare il sogno della Palermo calcistica. “È la più grande vittoria della nuova società – conferma ai microfoni di TrueNews il giornalista Roberto Chifari – Il centro sportivo significa finalmente avere una struttura di proprietà. Il progetto è stato rivisto, corretto e riformulato secondo le esigenze della casa madre”.
Chifari conosce molto bene le dinamiche del calcio palermitano. Nell’estate del 2019 ha seguito da vicino il doloroso fallimento, viaggiando tra i campi di periferia della Sicilia e della Calabria per raccontare la ripartenza del club rosanero. La vicenda del centro sportivo la considera come un primo tassello del lavoro del City Group. “Si parte subito con due campi – ha spiegato – una clubhouse, una foresteria, palestra e nei prossimi mesi il centro sportivo avrà altre strutture di supporto: sono previsti altri campi di allenamento in erba naturale e in erba sintetica”.
Quando il Palermo tornerà dal ritiro in Trentino, iniziato lo scorso 4 luglio, inizierà ad allenarsi a Torretta. La prima parte dei lavori, iniziati lo scorso anno, può infatti dirsi conclusa. “Qui giocheranno la squadra maschile maggiore, la squadra femminile e tutte le formazioni giovanili – ha aggiunto Chifari – Più che un Centro sportivo sarà un campus a tutti gli effetti in cui tutte le squadre saranno interconnesse tra di loro”.
L’obiettivo della Serie A
Come detto, il Palermo nel 2019 è ripartito dalla Serie D. Poi due difficili stagioni in Serie C, rese ancora più complicate dal Covid che ha privato la società di incassi e ha frenato parte degli investimenti. Nel giugno del 2022 è arrivata la svolta: la squadra, affidata a mister Silvio Baldini, compie un autentico miracolo sportivo nei play off di Serie C. Pur se non favorita, i rosanero conquistano e vincono la finale contro il Padova. Contemporaneamente in città si fa strada la voce di un interessamento del City Group. Pochi giorni dopo, i massimi dirigenti sportivi del gruppo si sono presentati al Renzo Barbera: l’avventura arabo-inglese del Palermo ha quindi avuto il suo inizio.
La prima stagione è stata caratterizzata da quella che la stessa società ha chiamato “consolidamento” in Serie B. Adesso però si proverà a raggiungere nuovamente la Serie A. Un ritiro programmato con largo anticipo e un calciomercato caratterizzato dall’arrivo di molti giocatori importanti per la categoria, sembrano confermare le premesse. “Il Palermo si è mosso sicuramente bene in questa sessione di mercato – ha confermato Chifari – ma non basta perché la squadra al momento è ancora incompleta. Sicuramente è necessario intervenire con l’acquisto di un terzino sinistro, un centrocampista con tanto fosforo e un esterno sinistro”.
Dal Frosinone che l’anno scorso ha vinto il campionato, sono arrivati il difensore Lucioni e l’attaccante Roberto Insigne, fratello dell’ex giocatore del Napoli. Dal Vicenza è arrivato il portiere Desplanches, nominato miglior portiere nei recenti mondiali Under 20 dove ha difeso la porta dell’Italia vice campione del mondo. Interessante anche il profilo di un altro giovane, Aljosa Vasic preso dal Padova.
“È necessario trovare quegli elementi che possano completare al meglio la squadra – ha aggiunto Roberto Chifari – perché il campionato di serie B è complesso, lungo e sfiancante. Oggi più che mai è necessario intervenire con acquisti mirati e funzionali con un occhio anche alla lista degli Over, che devono essere 18, e che di fatto influenzano le decisioni future sul mercato”.
Una crescita progressiva
La squadra, anche quest’anno affidata a mister Eugenio Corini, punterà quindi alla massima serie. Gli investimenti sulla rosa, pur se importanti, non hanno però portato nomi altisonanti. E questo spiega per l’appunto l’approccio del City Group. L’obiettivo è quello di una crescita graduale e costante, anno dopo anno. “Sicuramente l’idea è quella di creare una squadra capace di crescere sul campo – conferma Chifari – Ecco perché l’obiettivo principale è raggiungere la serie A e consolidarsi nella massima serie. Una volta raggiunta al serie A si lavorerà anche fuori dal campo con una crescita esponenziale del marchio, del merchandising e del settore marketing, non sono in Italia ma anche negli Usa”.
La piazza sogna
Palermo sembra aver sposato bene la filosofia del City Group. Nell’estate della risalita in A del 2004, la prima targata Zamparini, in Sicilia sono arrivati due futuri campioni del mondo già nel giro della nazionale: Luca Toni e Fabio Grosso. Ma l’epoca era diversa. Oggi, con una società che ha attraversato un fallimento e con la sicurezza di poter già vedere i frutti degli investimenti a partire dal nuovo centro sportivo, i tifosi anche senza nomi di primissima fascia sanno di poter sognare il ritorno nella massima serie. E, in futuro, anche qualcosa in più.
La campagna abbonamenti sta procedendo molto bene, con quasi diecimila tessera già sottoscritte e acquistate. “Il cammino è iniziato da poco e la strada è lunga, ma entro cinque anni il Palermo avrà un peso specifico nel calcio che conta”, è la previsione di Roberto Chifari.