Per chi, a Londra e dintorni, se lo fosse dimenticato è arrivato il tweet della Regione Lazio a togliere ogni speranza: “Ricordiamo ai tifosi provenienti dall’estero per la partita del 3 luglio a Roma che è in vigore, per motivi di contrasto alla pandemia e alla variante Delta, l’ordinanza di quarantena di 5 giorni rivolta a tutti coloro che provengono dalla Gran Bretagna”. La partita, un quarto di finale che apre le porte alla final four di Wembley, è Inghilterra-Ucraina. Che, dunque, sarà senza tifosi inglesi con buona pace dei tabloid che nella mattinata post sbornia per il successo storico sulla Germania hanno titolato “Coming Rome”.
Europei 2021, Inghilterra-Ucraina all’Olimpico di Roma
Impossibile. Basta prendere un calendario per rendersi conto che un supporter sarebbe dovuto volare prima dell’ottavo su Roma per poter fare i 5 giorni di quarantena col rischio poi di non poter essere eventualmente presente a Londra per la semifinale del 7 perché la quarantena vale anche al contrario ed è quella imposta da Boris Johnson al resto del mondo. E che sta facendo arrabbiare il resto del mondo perché, di fatto, rende Euro 2020 una cosa loro nel senso di inglese.
Senza tifosi avversari provenienti da qualsiasi nazione, con un corridoio garantito solo per squadre, dirigenti Uefa e giornalisti e con la prospettiva di una final four anomala perché nemmeno quando c’è un vero paese ospitante il format prevede che giochi con il cento per cento del pubblico a favore come accadrà all’Inghilterra dalla semifinale in poi e come è accaduto (e l’effetto si è visto) nell’ottavo contro la Germania.
La fretta del tweet della Regione Lazio, insomma, non sembra casuale. E nemmeno i richiami dei governi di Roma e Berlino che – pur rischiando l’incidente diplomatico – hanno più volte attaccato a testa bassa la decisione della Uefa di lasciare la fase finale a un paese in piena terza (o quarta) ondata, con contagi fuori controllo e capienza dello stadio sempre più libera. Il contrario di quanto suggerirebbe il buon senso.
Inghilterra-Ucraina, i mal di pancia sull’asse Johnson-Merkel-Draghi
La corsa all’Europeo è diventata anche una questione politica. E dentro questo scenario la conclusione è che a Roma i tifosi inglesi non devono arrivare, come minimo per una questione di reciprocità. Difficile immaginare deroghe e sconti come quello concesso ai gallesi quando l’ordinanza sulla quarantena è stata fatta scattare dal lunedì 21 giugno così da salvaguardare Italia-Galles in programma all’Olimpico poche ore prima.
‘No english, same party’ sembra essere il motto di questo Europeo un po’ asimmetrico che intreccia Brexit, guerra dei vaccini e vecchie ruggini tra i leader dei diversi paesi.