L’allarme suona forte da qualche settimana, ma nelle ultime ore ancora di più dopo che il prestigioso Financial Times ha deciso di occuparsi delle vicende relative all’Inter e alla sua crisi di liquidità. L’articolo dal titolo inquietante (“Inter Milan owner seeks $200m in emergency finance”) è risuonato come una sorta di liberi tutti: l’Inter ha problemi di soldi e nei prossimi mesi dovrà intervenire qualcuno, dalla Cina o da altro luogo, per evitare che ci siano ripercussioni anche sull’attività sportiva del club sottoforma di penalizzazioni, sanzioni Uefa e via discorrendo.
In assoluto, tutto vero. E tutto ampiamente scritto in Italia a partire dal mese di gennaio, prima dal Corriere della Sera e poi da altre testate di settore e finanziarie: i debiti dell’Inter, le dilazioni richieste per onorare gli impegni presi, gli stipendi spostati a maggio. E anche le operazioni che a Nanchino stanno impegnando la famiglia Zhang che deve a sua volta rispettare scadenze da oltre un miliardo di euro in un intreccio di affari, crisi pandemica del settore retail e imposizioni del governo cinese di cui in Italia si fatica ad avere piena percezione.
Due domande
Le domande, però, sono due. La prima riguarda la ragione per cui il tema-Inter arrivando all’estrema conseguenza (servono soldi, in fretta e tanti, perché altrimenti il rischio di un blocco dell’attività diventa alto) sia stato sdoganato solo ora che della questione si è occupato il FT, senza aggiungere nulla a quanto già si sapesse ma semplicemente unendo tutti i puntini. Come se, in un impeto di esterofilia spinta, la comunicazione italiana non si fidasse di quanto prodotto in casa.
E poi la curiosità sul motivo per cui nei salotti della finanzia anglosassone la parabola del Gruppo Suning sia diventata di così grande interesse. Segnali c’erano già stati nelle scorse settimane, quando nel mirino era finita la contesa con la Premier League per il pagamento dell’ultima tranche dei diritti tv in Cina del campionato più ricco del mondo. Una storia da 215 milioni di dollari reclamati dalla Premier League, la chiusura anticipata del contratto con PPLive Sports International (che fa parte della galassia Suning) e ora la contromossa cinese con causa per danni quantificati in 116,8 milioni di dollari. I riflettori del Financial Times si sono accesi più volte su Nanchino e le sue traiettorie di questi mesi difficili. Finendo per coinvolgere anche l’Inter.