Le immagini di piazza Duomo presa d’assalto dai tifosi dell’Inter nel giorno dello scudetto non sono state sufficienti. E nemmeno l’indignazione (a dir la verità in alcuni casi un po’ scomposta) di virologi e politici. Gli uni ormai invisi alla maggioranza degli italiani, gli altri col sospetto di metterci la faccia a intermittenza, attenti ad evitare di disturbare il proprio elettorato di riferimento, sia esso per fede calcistica o appartenenza territoriale. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha fatto sapere che di più non si poteva fare e che non era pensabile transennare il centro di Milano o immaginare di utilizzare gli idranti contro decine di migliaia di persone. La linea Maginot è stata tracciata sulla difesa del coprifuoco, momento in cui la polizia presente in piazza si è mossa per mandare a casa gli ultimi rimasti visto che quasi tutti gli altri si erano già disciplinatamente allontanati dalla festa.
Variante interista, bis in vista il 23 maggio?
Ora, però, la ‘variante interista’ rischia di bissare e questa volta sarebbe difficile uscirne senza imbarazzi. La data segnata sul calendario è domenica 23 maggio nel tardo pomeriggio quando a San Siro, in occasione di Inter-Udinese, la squadra di Conte sarà premiata ufficialmente sul campo. Gli ultras della Curva Nord hanno annunciato l’organizzazione di una grande festa da tenersi all’esterno dello stadio, nell’area storicamente riconosciuta come territorio loro. Il via alle 9 del mattino con la speranza che l’Inter spedisca fuori in serata Conte e qualche giocatore ad unirsi alle celebrazioni. Che fare? Chiaramente non esiste alcun presupposto perché il raduno possa essere autorizzato e qui il controllo della zona non dovrebbe essere impossibile, né come logistica né per numeri. Chiaramente si tratterà di una scelta politica e i precedenti raccontano come, davanti al calcio, le autorità di pubblica sicurezza (sindaci in primis) abbiano preferito girarsi dall’altra parte. E’ accaduto a Milano (adunate pre-derby e non solo), Torino, Roma, Napoli e via discorrendo.
Riuscirà il prode Sala a dar seguito all’indignazione post festa scudetto e a passare dalle parole ai fatti? O Milano e i suoi commercianti, già discretamente incazzati nella domenica tricolore per l’assoluta asimmetria nell’applicazione delle norme anti Covid, dovranno vivere un’altra giornata all’insegna del “prima campioni e poi… tamponi”?