L’Italia è campione d’Europa 2021. E’ stato l’Europeo di Roberto Mancini, la vittoria dell’uomo che tre anni e mezzo fa ci ha raccolto sul fondo e ci ha spiegato che il nostro posto era in cima, davanti a tutti. Che l’Italia doveva tornare a far paura, a essere dominante. E essere vincente.
Siamo sinceri: alzi la mano chi ha creduto alle parole del ct arrivato dopo la vergogna dell’eliminazione dal Mondiale e il breve interregno in cui è stato difficile anche trovare un padrone per la panchina della nazionale. Nessuno. Pochi. Ci hanno creduto i suoi giocatori e piano piano hanno risalito la corrente, lasciando spazio e gioventù e talento e chiudendo la parentesi di alcuni senatori arrivati in fondo alla corsa.
Italia campione d’Europa 2021: Inghilterra sconfitta a Wembley
Questo è l’Europeo di Roberto Mancini che giustamente ha pianto sul prato di Wembley pochi istanti dopo la parata decisiva di Donnarumma. Siamo tornati sul tetto d’Europa dove non eravamo dal 1968, siamo tornati ad alzare una coppa come non accadeva dal 2006 dopo una serie di cocenti eliminazioni con la parentesi della finale (non) giocata dall’Italia di Prandelli e dell’estate coraggiosa ma impossibile di Conte. Merito suo. Abbiamo vinto con Bernardeschi, simbolo del gruppo in cui ha creduto malgrado le polemiche. Con Belotti e Immobile, Insigne e Di Lorenzo e ancora prima Spinazzola. Con Cristante, Locatelli e Pessina.
Non fuoriclasse, forse ne abbiamo un paio, ma calciatori che guidati dal Mancio hanno cementato un gruppo formidabile, il migliore visto nel mese in giro per l’Europa e che ci ha consacrato in una serata impossibile perché vincere a Wembley con tutto il pubblico contro è qualcosa che entra di diritto nel libro della storia dello sport italiano.
L’Italia vince: l’Europeo di Roberto Mancini e di tutti noi
Ha vinto Roberto Mancini e chi lo ha scelto. La Federcalcio del commissario e Billy Costacurta che ha spinto per portarlo a Coverciano. Ha vinto Gravina che lo ha confermato fino al 2026 prima che l’avventura europea cominciasse. Ha vinto Vialli, suo fedele amico. Ha vinto De Rossi, ultimo imbarcato in uno staff ricco di carisma e conoscenza calcistica.
Ha vinto l’Italia bella di cui Gigio Donnarumma è stato solo il tassello finale con le sue tre parate consecutive nell’alternanza dei rigori in cui abbiamo prima tremato, poi sperato, quindi imprecato e alla fine gioito.
Ha vinto Chiesa con i suoi strappi, Jorginho che merita il Pallone d’Oro, Florenzi e le sue corse, chi è rimasto dietro le quinte e chi non ha fatto mancare il suo supporto. Insomma, abbiamo vinto tutti guidati da un uomo che ci ha creduto da subito e ha tracciato la via.
Se ci crediamo non siamo inferiori a nessuno. Anzi. Siamo campioni d’Europa. Noi.