Mentre i dirigenti della Serie A studiano il format del torneo amichevole che dovrebbe aiutare il calcio italiano a monetizzare l’inverno senza Mondiale, gli appassionati fanno i conti con la prospettiva di un inverno da vivere in poltrona guardando… gli altri senza avere nessuno da tifare. Sono 53 giorni, a meno di un Boxing Day riesumato per l’occasione dopo il fallimento del 2018, che spaventano tutti perché l’assenza dell’Italia dal Mondiale invernale rischia di svuotare non solo i palinsesti televisivi di chi si occupa di pallone.
Cosa fare in quel lungo periodo in cui ogni immagine in arrivo dal Qatar ci ricorderà il nostro fallimento?
La Lega Serie A ha a lungo pensato a un mini campionato da chiudersi negli Stati Uniti o in Oriente per cercare di non scomparire definitivamente dai radar di tv e contratti di sponsorizzazioni: soluzione non facile perché le società sono divise (e questa non è una novità) e perché comunque bisogna fare lo slalom rispetto agli orari del Mondiale per non togliere anche una platea minima a un format che non avrebbe altro scopo se non quello di raggranellare qualche denaro e colmare un buco di attività che non ha precedenti.
Piacerebbe ai tifosi italiani? Difficile. Alle tv a pagamento? Forse, ma giusto per ripopolare la programmazione altrimenti scarica dal 13 novembre, ultimo giorno di Serie A, al 6 gennaio che è la data del ritorno in campo designata dai capi di via Rosellini. Un riempitivo, insomma, nulla più. Non è semplice immaginare, però, uno scenario differente e fa discutere il fatto che la Lega ci stesse pensando da settimane, ben prima della dolorosa eliminazione della nazionale per mano della Macedonia del Nord.
Una proposta alternativa
Nei giorni del dibattito su come riformare il calcio italiano, si è fatta strada una proposta alternativa: perché non affidare a Mancini un gruppo allargato di giocatori italiani da tenere per una decina di giorni a Coverciano creando le basi per il nuovo corso azzurro? Una sorta di stage prima di rimandare ai club gli azzurri per le vacanze di Natale e per la fase di ricondizionamento in vista della ripartenza del campionato a inizio 2023. Sarebbe un modo utile per occupare lo spazio vuoto. Certamente un sacrificio per le squadre, visto che gli stipendi di novembre e dicembre 2022 li pagheranno comunque regolarmente i club e non la Figc, ma dopo tante parole si potrebbe davvero fare qualcosa di concreto per dare una mano alla nazionale.
Buona idea sulla quale si potrebbe anche avere il coraggio di spingere di più, magari allungando il periodo per dare a Mancini quello che nessun ct ha mai avuto, nemmeno per preparare il Mondiale o l’Europeo, cercando se possibile anche un paio di avversari con cui misurarsi proprio come se fosse una sorta di ritiro prestagionale. La proposta, comunque, è finita sul tavolo della Figc come gesto d’apertura della Lega che punta ancora a incassare una maggiore elasticità in tema di parametri economici e finanziari per l’iscrizione delle società ai campionati.
Una sorta di ravvedimento operoso
Tornando allo stage azzurro, c’è anche un aspetto ulteriore da tenere in considerazione: per molti ragazzi di Mancini si tratterebbe di una sorta di ravvedimento operoso, il simbolo che l’eliminazione dal Mondiale si paga anche in campo e non potendo godere di un periodo di ferie e relax mentre il resto del mondo si trova in Qatar. Sarebbe, questa, una beffa nella beffa anche se regalerebbe poi alle italiane un bonus nella seconda parte della stagione, quella in cui è presumibile che molte delle big del calcio europeo andranno in debito d’ossigeno essendo piene di calciatori reduci dal Mondiale. La Serie A – stima credibile – ne manderà circa 60. Gli altri, almeno gli italiani, potrebbero lavorare con Mancini dimostrando con i fatti la volontà di tutto il sistema di lasciarsi alle spalle le scorie della Macedonia del Nord.