Icona dell’Inter e bandiera di un calcio che non esiste più, Javier Zanetti si è raccontato in una breve – ma intensa – intervista, ricordando le sue origini e il suo passato. Dall’infanzia agli anni Milano, distinguendosi per la sua umiltà e professionalità.
Javier Zanetti, dalla povertà all’Inter
Nato il 10 Agosto 1973 a Buenos Aires, Javier Zanetti ha affrontato un vero e proprio percorso di maturazione e formazione, dall’infanzia fino al sogno del calcio, divenuto realtà grazie alle sue – indubbie – qualità. L’ex difensore e capitano dell’Inter è poi diventato una bandiera del club nerazzurro, dimostrando la sua professionalità e umanità.
Il 49enne ha voluto parlare di se stesso e del suo percorso di crescita attraverso il formato Que Mola:
“Mio padre faceva il muratore, durante un anno l’ho aiutato ed è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Lì ho capito tantissime cose, quanto mio padre e mia madre si sacrificassero per non far mancare nulla a me e mio fratello, lì ho capito i veri valori della vita, quelli fondamentali per l’essere umano”.
Origini molto umili e condizione precaria, come molti dei calciatori sudamericani, anche Zanetti ha vissuto la povertà. Ma questa “condizione” gli ha permesso di capire gli enormi sacrifici dei suoi genitori, sacrifici che lo stesso ex giocatore ha toccato con mano, lavorando per un anno insieme al padre. Periodo che lui definisce uno “momenti più belli” della sua vita. Imparando le cose importanti della vita, i valori da portare sempre con sé.
Le annate all’Inter gli hanno poi permesso di innamorarsi della città e del club. Infatti attualmente l’ex difensore ricopre il ruolo di vicepresidente della società nerazzurra. Un rapporto che non sembra dover mai finire:
“Con l’Inter ho passato momenti indimenticabili. Per me vuol dire famiglia, vuol dire amore, è casa mia. Essere legato ancora adesso al club è molto importante per me”.
Un sentimento reciproco, fatto di rispetto e stima. Javier Zanetti è una di quelle icone del calcio che tanto si rimpiange, pronta a sacrificarsi per la maglia senza mai una parola fuori posto. Insieme a lui si possono citare dei “grandi del calcio recente”, come Del Piero, Maldini e Totti. Professionisti che hanno lasciato il segno.
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