Il rosso da 209,9 milioni di euro con cui la Juventus ha chiuso il suo bilancio al 30 giugno 2021, andando oltre le già poco rosse attese dopo aver letto le proiezioni contenute nei documenti di Exor, rappresenta per Andrea Agnelli e il suo management un poco invidiabile primato. Mai nessuno nella storia del calcio italiano aveva fatto registrare un passivo così alto e colpisce che a prendersi il poco lusinghiero record sia la società più ricca e organizzata della Serie A, l’unica al livello top che negli anni scorsi era stata capace di coniugare risultati sportivi ed equilibrio finanziario. Non è più così dal 2018 e il Covid ha aggravato la crisi, costringendo Exor a correre ai ripari con l’aumento di capitale dal 400 milioni di euro che segue di un paio di anni quello da 300 e il bond da 175; denaro immesso nelle casse sempre più voraci di una società che nel frattempo ha anche smesso di vincere, visto che l’ultimo scudetto è andato all’indebitatissima Inter cinese e che il prossimo non è detto torni a Torino. Aver conquistato un punto nelle prime tre giornate non depone a favore di Allegri e della sua opera di ricostruzione nell’Anno Uno dell’era post-Ronaldo.
Bilancio Juventus, rosso profondo e debiti in crescita
Il Covid ovviamente è una spiegazione importante per ragionare sul passivo record del bilancio Juventus. Il -209,9 arriva dopo il -90 del 2020 che era, però, abbellito dallo spostamento avanti di un anno di parte delle voci di spesa legate agli stipendi: un conto che prima o poi andava pagato e che appesantisce il dato finale così come la difficoltà a reperire sul mercato risorse e plusvalenze, passate da oltre 160 a 30 milioni di euro.
Ecco, dunque, che i ricavi sono crollati del 16% (-92 milioni), i costi saliti dell’8% perché ai soldi non rinuncia nessuno e l’indebitamento finanziario netto rimasto stabile nonostante tutti i tentativi di raffreddarlo: erano 385 milioni di euro e sono diventati 389. Siamo lontani dal miliardo e rotti denunciato dal Barcellona, che ha rischiato veramente il crack e che è stato costretto a rinunciare in corsa ai suoi pezzi pregiati, ma il dato non può non essere sottolineato. La Juventus ha alle spalle una proprietà solidissima e che ha dimostrato con i fatti di voler supportare l’attività calcistica, però da qui in poi bisogna fare attenzione anche alla più piccola delle spese.
Bilanci, la classifica dei passivi record in Serie A
Fatte tutte le premesse e detto che – è scritto nel comunicato con cui viene presentato il progetto di bilancio approvato dal Cda – anche l’esercizio 2021-2022 è previsto in “significativa perdita” perché penalizzato dal Covid, ecco la poco onorevole classifica dei rossi della storia della Serie A. La Juventus balza in testa superando il precedente primato che apparteneva all’Inter 2006-2007: -207. Sul podio rimane il -204 della Roma 2019-2020, quella del passaggio di consegne tra Pallotta e Friedkin.
A seguire una tripletta di conti Inter dell’era Moratti: -181 (l’anno di Calciopoli), -154 (nel 2009) e -148 (nel 2008). Il grande regalo fatto ai tifosi nerazzurri, la vera base su cui si è appoggiata la conquista del Triplete con obbligo, però, di uscire subito da un giochino che era diventato insostenibile. Quindi il Milan (-146 nel 2019 appena sbarcato Elliott), ancora l’Inter dei mesi precedenti al passaggio da Thohir a Suning (-140 nel 2015), il Milan che poi fu escluso dalla Uefa per violazione del Fair Play Finanziario (-126 nel 2018) e a chiudere le zone alte le due romane di inizio millennio: Lazio -122 e Roma -115, entrambe alla fine della stagione 2002-2003.