La sintesi brutale l’ha scritta il Corriere della Sera mettendo una pietra tombale sul lunedì nero della comunicazione dei vertici arbitrali italiani: Daniele Orsato non ha sbagliato. Gli arbitri lo difendono, non sarà fermato per il pasticcio che ha negato alla Roma il gol del pareggio allo Stadium e nemmeno per la scena surreale del dialogo con un giocatore romanista nel tunnel tra primo e secondo tempo, in cui il fischietto di Schio ha cercato di convincere l’interlocutore della sua ragione a colpi di regolamento inventato sui due piedi. Così in ventiquattro ore un normale (seppure grave) errore di campo si è trasformato nell’ennesimo episodio in cui la classe arbitrale si è rinchiusa su sé stessa, disposta a difendere l’indifendibile pur di non ammettere la cazzata.
Juventus-Roma, Orsato difeso dai vertici arbitrali
Per altro dando il via ad ogni tipo di dietrologia, visto che il giorno dopo è stato peggio dal punto di vista della lettura dei commenti rispetto al lunedì in cui tutto sommato la linea era stata quella della moderazione. Le analisi post sono state, invece, impietose. Il penoso tentativo di far passare il tocco di mano dell’armeno Mkhitaryan in caduta come una sorta di attenuante (“Orsato ha sbagliato ma tanto alla fine sarebbe andato allo stesso modo”) è naufragato con la stessa rapidità con cui è stato sdoganato a fine gara nei commenti a caldo dello Stadium, tra moviole e tentativi di giustificazione che – se accolti – avrebbe causato un cortocircuito impossibile da governare in futuro.
La morale della 48 ore di Orsato, che tornerà in fretta ad arbitrare in Serie A dopo averlo fatto in Champions League già in questa settimana, è che il nuovo corso di Trentalange e Rocchi sembra tragicamente uguale a quello che l’ha preceduto. Tanti errori in campo, ma su questo il designatore può poco dovendo gestire un cambio generazionale difficilissimo, spiegazioni quasi mai convincenti, linea sull’utilizzo del Var che si muove come una bandierina al vento e difesa a spada tratta dell’indifendibile.
Verona-Milan, servirebbe un parere sul rigore (comico) regalato
Ad esempio, sarebbe interessante avere un parere ufficiale sul comico rigore regalato al Verona a San Siro contro il Milan quando le immagini descrivevano alla perfezione come il fallo l’avesse commesso l’attaccante (Kalinic) e non il difensore. La fortuna dell’AIA è che il Milan è risalito dallo 0-2 vincendo, ma rimangono domande inevase e che, visto l’andazzo, paiono destinate a restare senza risposta. Come è possibile che il Var Di Paolo non abbia colto l’errore dell’arbitro di campo? Aveva quell’immagine (telecamera dedicata Sky) a disposizione? E se no, chi si prende la briga di sanzionare un’eventuale, gravissima, mancata applicazione dei contratti tra Lega e broadcaster secondo cui ogni singolo frame deve essere riversato in sala Var in tempo reale?
Arbitri, SOS comunicazione
Silenzio tombale. SOS, serve qualcuno che affianchi Rocchi nel gestire la comunicazione e che gli spieghi che far definire “errore-non errore” quanto fatto da Orsato equivale a esporre lui e tutti gli arbitri ai sospetti dei soliti maligni. Che mai come questa volta sbagliano obiettivo: quel fischio prematuro non era un favore alla Juventus, anzi. Ma ogni razionalità è destinata a crollare davanti alla negazione del buonsenso.