Nello stesso giorno del patteggiamento per il filone Prisma, sono uscite le motivazioni della sentenza per le plusvalenze della Juventus. Lo scorso 22 maggio, poco prima del calcio d’inizio di Empoli-Juventus, era stata emessa la sentenza. In data odierna la Procura ha definito la penalizzazione, suddividendola in base ai quattro dirigenti. Ecco il morivo dello sconto di cinque punti (da -15 a -10) alla Vecchia Signora.
Il motivo dello sconto di 5 punti alla Juventus
I “consiglieri operativi” della Juvetus, da Pavel Nedved agli altri, non erano consapevoli e informati dei comportamenti dei dirigenti apicali del club sulla vicenda plusvalenze. Per questo non possono essere puniti. Questa posizione porta allo “sconto” di 5 punti. Questo dice la Corte d’Appello federale nelle motivazioni per spiegare il passaggio dai 15 ai 10 punti di penalizzazione. “Dalla documentazione probatoria – scrivono i giudici – e, comunque, dalla mole di documentazione allegata al fascicolo di causa non risulta evidenza della responsabilità dei Consiglieri non operativi nei termini richiesti dal Collegio di Garanzia dello Sport”.
Tutte le intercettazioni, quasi sempre de relato, non consentono di individuare alcun elemento che dia conto di consapevolezza o condivisione da parte dei consiglieri non delegati della Juventus, in ordine ai fatti oggetto di deferimento. La Procura federale ravvisa nel concetto di “responsabilità da posizione” il fondamento del comportamento colpevole dei consiglieri non operativi.
Responsabilità diretta, non oggettiva dei consiglieri
In altri termini, soprattutto l’approvazione dei bilanci della Juventus, riferiti alle annualità in contestazione, genera, secondo la Procura federale, la violazione dell’obbligo di agire informato. Ma tale tesi risulta superata dal Collegio di Garanzia dello Sport ed entro i limiti delineati da quest’ultimo deve svolgersi l’analisi di questa Corte sul riscontro “dell’apporto causale” dei consiglieri non operativi al fine di arrivare ad una statuizione di condanna”.
Resta, invece, la penalizzazione per la responsabilità diretta è accertata dallo stesso Collegio di garanzia. E quindi: “Conseguentemente, atteso che la statuizione di condanna nei confronti dei Consiglieri muniti di delega, incluso il Presidente del CdA, (Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini) sancita dalla CFA con decisione n. 63-2022/2023 è divenuta definitiva in ambito sportivo, a seguito del rigetto del loro ricorso da parte del Collegio di Garanzia dello Sport con la decisione n. 40 dell’8/05/2023, è definitiva anche la responsabilità diretta della società sportiva, nei cui confronti è da (ri)determinare solo la tipologia e l’ammontare della sanzione per le ragioni chiarite all’inizio del presente punto 6.5″. Quindi responsabilità diretta sì, responsabilità oggettiva dei “consiglieri non operativi” no. Da qui lo spostamento dai 15 ai 10 punti di penalizzazione.
Le squalifiche ai 4 dirigenti apicali della Juventus
La Corte d’Appello ha quindi spiegato il perché dei 10 punti partendo dalla squalifica dei quattro dirigenti apicali:
- Fabio Paratici, 30 mesi di inibizione: pesano 4 punti di penalizzazione;
- Andrea Agnelli, 24 mesi di inibizione: pesano 3 punti di penalizzazione, atteso il ruolo rivestito di Presidente del CdA e legale rappresentante della società;
- Maurizio Arrivabene, 24 mesi di inibizione: pesano 2 punti di penalizzazione;
- Federico Cherubini 16 mesi di inibizione: pesa 1 punto di penalizzazione.
“Conclusivamente – recitano le motivazioni – la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati”.