La conferma della stangata nel processo sulle plusvalenze, seppure con penalizzazione ridotta da 15 a 10 punti rispetto al primo grado, non ha colto di sorpresa i legali della Juventus. Ma ne ha comunque gelato le speranze. Il club puntava a ridurre il danno, contenendolo entro limiti che avrebbero consentito di mantenere viva la possibilità di entrare in Champions League alla fine di questa stagione: così si spiega la richiesta (in estremo subordine) di vedersi cancellati 5 punti dalla classifica per provare comunque a chiudere quarti e poi giocarsi con un po’ di forza contrattuale il processo sul filone degli stipendi e delle partnership sospette che scatterà il prossimo 15 giugno. A meno di patteggiamenti o accordi fin qui mancati.
Un verdetto inoppugnabile
La Corte federale d’Appello ha gelato i bianconeri e già nella richiesta del procuratore capo della Figc, Giuseppe Chiné, era stato possibile leggere l’intenzione di precludere la Champions League come sanzione afflittiva da subito: -11 (poi diventato -10) al posto del -15 rimandato alla casella di partenza dal Collegio di Garanzia del Coni. Il verdetto viene considerato “inoppugnabile viste le circostanze” dai vertici federali mentre la Juventus si è presa il tempo di leggere le motivazioni, in deposito nei prossimi giorni, prima di valutare un eventuale nuovo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni in cui il margine per avere ragione sulla linea difensiva sarà in ogni caso sottilissimo.
Il paradosso è che il -10 ha allarmato per un paio di ore anche le altre società impegnate nella volata Champions League. In caso di bottino pieno nelle ultime tre partite, la Juventus sarebbe stata comunque quarta, mettendo nei guai soprattutto il Milan. Poi è arrivato il crollo di Empoli (4-1 umiliante per la squadra di Allegri) e la decisione della Corte federale d’Appello si è trasformata in una mazzata senza tanti sconti.
La Figc si aspetta che il club bianconero non vada oltre tornando al Coni e rischiando di allungare tempi e caos. Il 15 giugno c’è da istruire il processo sul secondo filone con il tentativo di arrivare alla prima sentenza. Poi ci saranno appello e Collegio di Garanzia del Coni entro la fine della stagione.
La Figc indica la strada alla Uefa
Non è scontato che basti, essendo la giurisprudenza in merito controversa, ma potrebbe aiutare a scaricare eventuali nuove penalizzazioni sul campionato che si chiude il 4 giugno senza trascinarle alla prossima annata. A patto che Allegri porti la Juventus dentro una delle posizioni europee, così da avere qualcosa di afflittivo da colpire. Al momento la settima posizione non garantisce la Conference League ma a bocce ferme, disputate anche le finali europee e quella di Coppa Italia, tutto sarà chiaro.
In ogni caso, le possibilità che la Juventus sia iscritta a una competizione internazionale ad agosto sono praticamente nulle. Il deferimento depositato da Chiné a 48 ore dall’udienza sulle plusvalenze ha confermato che la linea della Procura Figc è durissima. Anche per stipendi e partnership sospette evoca l’articolo 4 sulla mancata lealtà sportiva, quello che porta dritti a penalizzazioni di classifica. E nel caso delle manovre stipendi, le violazioni contestate sono 17: numero enorme e con prove documentali che rischiano di moltiplicare la sanzione. Dunque, una nuova penalità in punti può completare l’opera di spostamento della Juventus al di fuori della zona Europa oppure scaricarsi in tutto o in parte sulla prossima annata.
Resta poi la Uefa, che attende la fine dei processi italiani prima di emettere il suo verdetto. L’aria che tira a Nyon è pesantissima per i bianconeri e basta ascoltare le parole di Evelina Christillin, tifosa bianconera e membro della Uefa, per capire come non ci sia nessuna voglia di indulgenza. Pesa la fotografia di bilanci considerati non veritieri, sulla base dei quali è stato però raggiunto l’accordo per sanare le violazioni del Fair Play finanziario, e pesa la posizione ‘politica’ della Juventus sul caso Superlega.
La Juventus paga anche l’affaire Superlega
Non c’è stato nessun passo indietro da parte di board e proprietà nemmeno dopo l’uscita di scena di Andrea Agnelli e il margine per un’inversione di rotta è sempre più piccolo: tra qualche settimana sarà il momento del verdetto della Corte di Giustizia europea e i giochi saranno fatti. Dovesse arrivare la conferma che Uefa e Fifa agiscono all’interno delle norme comunitarie, per la Juventus sarebbe notte fonda col rischio di esclusione a lungo termine dall’Europa e danni difficili oggi da calcolare sul piano sportivo, dell’immagine ed economico.