La Uefa esulta e canta vittoria. Anche la Fifa plaude, seppure con tono meno entusiastico visto che i maligni per mesi hanno visto la mano di Infantino al fianco dei ribelli della Superlega. I quali rilanciano nella convinzione che a primavera la Corte di Giustizia della UE potrà valorizzare la parte delle conclusioni dell’Avvocatura generale – l’avvocato greco 53enne Athanasios Rentos – in cui si invita la Uefa a esercitare il proprio monopolio con responsabilità e senza chiudere il mercato del calcio europeo. La sintesi della pronuncia, però, assomiglia a uno schiaffo ben assestato sul volto di A22 Sports, la società che sta portando avanti la battaglia per conto delle società che nell’aprile 2021 hanno tentato il blitz per dare vita alla Superlega, poi morta in culla per la rivolta dei tifosi, dei governi europei e della stessa Uefa.
Il principio fondamentale affermato dall’avvocato Rantios
Il principio fondamentale affermato dall’avvocato Rantios, il cui parere non è vincolante ma nella stragrande maggioranza dei casi diventa il binario su cui poi si muove la Corte, è che le norme inserite negli statuti di Uefa e Fifa, che obbligano chiunque voglia creare una nuova competizione a passare attraverso l’autorizzazione delle due confederazioni, non sono in contrasto con il diritto dell’Unione Europea in tema di concorrenza e apertura del mercato. Non perché Nyon (e Zurigo) non siano in condizione di monopolio, ma perché quel monopolio viene tollerato ed esercitato in nome di un bene superiore anch’esso contenuto nelle sacre carte dell’Unione.
Il famoso articolo 165
Il parere è molto articolato, così come diretti erano i sei quesiti fatti arrivare a Lussemburgo dal Tribunale mercantile di Madrid cui si erano rivolte Real Madrid, Barcellona e Juventus. L’Avvocatura generale della Corte UE spiega che compatibilità tra il monopolio e le norme comunitarie deriva dalle caratteristiche speciali di cui gode lo sport nella costituzione europea, il famoso articolo 165 in cui si afferma la funzione sociale e educativa dello stesso. Dunque, vanno preservati i principi cardine del modello europeo: struttura piramidale aperta che parte dai dilettanti e arriva fino ai professionisti, privilegio del merito sportivo e redistribuzione dei ricavi per consentire a tutto il movimento di crescere e radicarsi.
Oggi A22 Sports lavora a una formula molto più tradizionale e meritocratica di competizione
Il primo format della Superlega, defunto in meno di due giorni, si presentava sostanzialmente chiuso a un gruppo di club e mal spiegato nella parte di solidarietà verso la parte bassa della piramide. Quel format, però, non esiste più da mesi e oggi A22 Sports lavora a una formula molto più tradizionale e meritocratica di competizione. In linea di principio, dice l’avvocato generale della Corte, nessuno può vietare la nascita della Superlega o di qualsiasi competizione alternativa a quelle storiche ma allo stesso tempo chi si rende indipendente all’esterno dell’ecosistema di Fifa e Uefa non può pretendere di continuare a partecipare a campionati e coppe organizzati dagli stessi. Era uno dei punti nodali della contesa legale. Se in primavera la Corte di Giustizia UE confermerà il parere della sua Avvocatura, la strada per Juventus, Real Madrid e Barcellona si farà estremamente in salita.
L’avvocato Rantos afferma che in linea di principio Uefa e Fifa possono minacciare sanzioni
C’è però anche l’altro lato della medaglia. L’avvocato Rantos afferma che in linea di principio Uefa e Fifa possono minacciare sanzioni per chi vuole uscire dal perimetro ufficiale e tradizione ma, allo stesso tempo, afferma la necessità di creare condizioni chiare, oggettive e il più possibile dettagliate da sottoporre a chi vuole entrare nel mercato. E lo stesso per chi (club e giocatori) deve decidere se aderire alla Superlega o a quello che sarà, oppure restarne fuori. Un quadro nuovo anche per Ceferin che fin qui si era limitato a mostrare i muscoli nello scontro con Agnelli, Perez e Laporta.
Il punto a favore rende la Uefa più forte in vista della resa dei conti primaverile
Il punto a favore rende la Uefa più forte in vista della resa dei conti primaverile. A22 Sports proseguirà la sua battaglia, come ha annunciato prima che il parere da Lussemburgo fosse noto. Il sistema dello sport europeo è già asimmetrico perché ciò che viene vietato nel calcio è tollerato e supportato dalle istituzioni di basket (Eurolega), rugby (Sei Nazioni) e ciclismo (i grandi giri e le principali classiche organizzate da privati).