È un periodo strano per una delle numerose Federazioni sportive italiane. E non perché i risultati non arrivino, anzi. La stagione invernale 2022-2023 per la Federazione Italiana Sport Invernali è stata una delle più ricche se non la più ricca della storia. Soprattutto, va detto, grazie alle donne che sullo sci (Brignone, Goggia, Bassino, Curtoni) ha fatto faville, al pari delle loro colleghe del biathlon la cui medaglia d’oro nella staffetta ai Mondiali è già nella storia.
E allora, cos’è che non va?
Beh, problemi ce ne sono, due in realtà, ma sono piuttosto grossi e, malgrado tutto questo, per lo più nascosti chissà perché. Il primo riguarda una vicenda legale che ha visto la Fisi sconfitta in tribunale nel primo grado della battaglia con la azienda BasicItalia. Oggetto del contendere la fornitura ed il mancato rispetto del contratto per le divise della nazionale.
I fatti
BasicItalia, proprietaria del marchio Robe di Kappa, diventa nel 2011 lo sponsor tecnico. Subentra a Vaurnet dopo i Giochi invernali di Vancouver 2010. Alla scadenza del contratto nel 2017 le due parti rinnovano con nuova scadenza a 5 anni inserendo una clausola per un diritto di prelazione nei confronti di Kappa. Questo significa che in caso di offerte da altre aziende BasicItalia deve essere informata e avere la possibilità di pareggiare l’offerta. Nel maggio 2022 la Giorgio Armani Spa, con il marchio EA7, avanza una proposta di sponsorizzazione tecnica dal 2023 fino al 2026, quindi comprese le Olimpiadi di Milano-Cortina. Va detto che l’azienda del noto stilista è già legata a doppio filo con il Coni dato che fornisce le divise degli atleti azzurri alle olimpiadi estive. In pratica EA7 vuole diventare sponsor unico di tutti gli atleti olimpici.
La Fisi, correttamente, comunica a BasicItalia la notizia dell’offerta di Giorgio Armani Spa, che viene pareggiata. A questo punto cominciano i problemi...
I problemi: la Fisi definisce “non esaustive” alcune parti dell’offerta di pareggio di BasicItalia
La Fisi definisce “non esaustive” alcune parti dell’offerta di pareggio di BasicItalia presentando un documento con ulteriori condizioni. Che questa volta l’azienda torinese definisce “estranee” all’accordo base e preventivamente in essere. Si parla di una sponsorizzazione del valore di un milione di euro fisso più una parte “variabile” a stagione da 500.000 euro fino a un minimo garantito senza tenere conto dei risultati. BasiItalia si muove per un contenzioso legale con una domanda cautelare ex articolo 700 cpc, accolta dai giudici in sede di reclamo. L’8 luglio 2022 la Fisi si presenta in tribunale a Milano sostenendo di non aver firmato alcun contratto con Giorgio Armani Spa, ma in realtà l’accordo porterebbe la data del 27 giugno.
Ormai è guerra
Al via della stagione il Presidente Flavio Roda, con gli atleti vestiti EA7 e non BasicItalia come deciso dal tribunale, si dice tranquillo, anzi. Si viene a sapere che la Fisi ha presentato una richiesta di danni per 12 mln a Robe di Kappa per presunti ritardi nelle consegne delle stagioni precedenti. Una richiesta che il tribunale rigetta prontamente. Si arriva al 22 febbraio quando il Tribunale di Milano, settima sezione civile, condanna la Federazione italiana sport invernali ad “adempiere al contratto di fornitura e sponsorizzazione” concluso con BasicItalia con ulteriore diritto di prelazione fino al 2030. A stagione quasi conclusa, con il materiale tecnico Kappa rispedito al mittente, vedremo però ancora gli azzurri delle nevi griffati EA7. Ed ora?
La questione presidenza
La sensazione di tutti è che si vada verso un accordo, in cui BasicItalia riceverà un sostanzioso indennizzo perché è evidente che la volontà dei più, da Malagò a Roda, è quella di legarsi ad Armani. Ma i pasticci non finiscono qui. In tutto questo infatti c’è la questione proprio legata alla presidenza. Flavio Roda infatti è in gara (che tutti dicono vincente) per l’ennesimo rinnovo della carica. Il problema è che l’attuale Presidente è già al terzo mandato; un quarto andrebbe contro lo statuto della Federazione stessa. Come finirà? Pare si vada dritti verso una deroga ad hoc che però sta facendo storcere la bocca a più di una persona.
Le polemiche dentro i palazzi dello sport, fidatevi, non mancano.