Se due indizi non sono sufficienti, ma tre fanno una prova, la strategia della Uefa nei confronti della Juventus e delle sue questioni giudiziarie appare chiara così come l’obiettivo finale: far sì che i bianconeri debbano saltare almeno un giro di coppe europee per scontare la pena. Che è politica, oltre che tecnica, almeno a seguire il filo di quanto emerge periodicamente da Nyon e dagli uffici del presidente Ceferin.
L’ultimo colpo è arrivato il 25 aprile
L’ultimo colpo è arrivato il 25 aprile con la ricostruzione della Gazzetta dello Sport sulla volontà della Uefa di muoversi a prescindere dalla giustizia sportiva italiana. In sintesi: o punite voi la Juventus in tempo utile per l’iscrizione alla prossima Champions League (o in alternativa Europa e Conference League) del 2023/2024 oppure farà direttamente Nyon che sta conducendo parallelamente una sua inchiesta sugli atti chiesti e ricevuti dalla Procura di Torino.
Il messaggio è forte e chiaro
Siccome la questione dei tempi è un fattore fondamentale anche per la Figc, che auspica di arrivare alla sentenza definitiva almeno sul primo filone entro il 5 giugno per poi consegnare la lista alla Uefa, il messaggio è forte e chiaro. Si tratta del secondo che viene lanciato, visto che qualche settimana fa era stata, invece, ventilata una possibile apertura di dialogo con la nuova dirigenza bianconera con l’eventualità di un ammorbidimento in caso di giudizio sulle vicende legate ai bilanci. Sul tavolo una presa di distanza non solo ufficiosa ma formale dalle posizioni di Andrea Agnelli in materia di Superlega e monopolio della Uefa, inderogabilmente prima del pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea atteso per la tarda primavera. O di qua, o di là. Non è successo nulla e, anzi, John Elkann nella lettera agli azionisti di Exor di metà aprile non solo ha ringraziato pubblicamente il cugino Andrea Agnelli ma ha fatto suoi alcuni dei capisaldi del ragionamento dell’ex presidente della Juventus sulla mancanza di un quadro industriale complessivo nell’economia del calcio europeo.
A questi due indizi, si aggiunge quanto scritto negli ultimi giorni in Spagna
A questi due indizi, si aggiunge quanto scritto negli ultimi giorni in Spagna. Prima la ricostruzione di un incontro tra lo stesso Ceferin e il presidente del Barcellona, Joan Laporta, nel quale il numero uno blaugrana avrebbe provato a spiegare al capo della Uefa in cosa consiste lo scandalo arbitrale che vede coinvolto il club catalano. Una serie di pagamenti, andati avanti per anni, al numero due della commissione arbitrale della Liga ed emersi nelle pieghe di un’inchiesta del fisco spagnolo. Facile immaginare anche un confronto sulla posizione del Barcellona in materia di Superlega, dove Laporta siede oggi insieme ad Agnelli e al numero uno del Real Madrid, Florentino Perez, tra i ribelli che progettano un nuovo format competitivo autogestito a partire dal 2024.
Ragionamenti identici legati proprio al Barcellona
E nelle stesse ore dell’indiscrezione sulla volontà di una “eurostangata” alla Juventus apparse in Italia, ecco su Marca (il più importante quotidiano sportivo spagnolo) ragionamenti identici legati proprio al Barcellona. Le possibilità che Juve e Barça siano al via della prossima Champions League appaiono, insomma, in forte abbassamento. Il destino dei due club è appeso al filo sottilissimo del lavoro degli investigatori – molto più avanti in Italia mentre in Spagna l’eventuale reato barcelonista è prescritto per la giustizia sportiva – e della trattativa politica. Il tutto aspettando la Corte di Giustizia UE e le decisioni della Juventus e della Procura Figc su un possibile patteggiamento che consenta di chiudere i conti anche sull’altro filone, quello degli stipendi e delle partnership sospette. Il tempo comincia a mancare e a Nyon hanno deciso di farlo notare.