La Red Bull è colpevole, W la Red Bull. Si potrebbe riassumere così quanto sta avvenendo dentro la Fia dato che siamo forse nella settimana più strana (o una delle più strane) della storia della Formula 1.
Riassunto delle puntate precedenti
Lunedì scorso, 10 ottobre, poche ore dopo il secondo titolo mondale piloti portato a casa da Max Verstappen arrivava da Parigi la decisione sul famoso caso del Budget Cup, cioè il tetto alle spese per lo studio e lo sviluppo delle auto che le varie scuderie non devono superare.
La Red Bull ha speso più di quello che avrebbe potuto
Dopo tanto vociare, tante indiscrezioni e mille rinvii, a 11 mesi dalla fine del Mondiale 2021 arrivava la comunicazione dell’infrazione commessa dalla casa austro-inglese. La Red Bull ha speso più di quello che avrebbe potuto. Un peccato lieve dal punto di vista economico dato che lo sforamento non avrebbe superato la soglia minima prevista, quella del 5% ma dal punto sportivo quei circa 7 mln di euro in più non sono poca cosa: può essere lo studio e la realizzazione di un’ala nuova, o un nuovo fondo, o le migliorie ed una delle parti che compongono i complicati motori di oggi. Ed è partendo da questo che Mercedes (che perse il mondiale piloti con Hamilton all’ultimo giro dell’ultimo Gran premio) e la Ferrari (che si è giocata a lungo il mondiale 2022) chiedono chiarezza e severità.
Ed è qui che il meccanismo si è intoppato ancora una volta
Perché lunedì la Fia si è limitata a spiegare che la Red Bull non ha rispettato le regole senza però arrivare a definire quale sarà la sanzione che gli spetta. Nei paddock sono tutti convinti che finirà all’italiana, a tarallucci & vino, con quello che è già stato ribattezzato da molti come il «buffetto»; nel dettagli dovrebbe trattarsi di una riduzione del budget cup per il 2023 del 5%. Decisione che Toto Wolf, team principal della Mercedes, e Mattia Binotto, numero 1 della Ferrari, stanno aspettando con ansia, non tanto nella speranza di aver indietro qualcosa riguardo alle stagioni passate, ma soprattutto per capire come sarà il futuro, su quali regole si giocherà (perché se alla fine sforare significa pagare poco o nulla allora tanto vale non rispettare le regole, no?) e con quali vantaggi rispetto a Verstappen ad ai suoi.
La Red Bull trattata con i guanti dalla Fia
Su tutto però questo ritardo, come tante altre piccole e grandi cose successe in questi ultimi anni, dimostrano ancor di più come la Red Bull diciamo così, sia trattata «con i guanti» dai vertici della Fia, forse per proteggere l’uomo immagine per eccellenza della Formula 1 odierna (Verstappen), forse per non fare un torto ad un colosso mondiale come Red Bull.
Giochini che piacciono poco agli americani di Liberty che di fatto sono i nuovi padroni del Circus. Nello sport Usa c’è una cosa sacra: le regole. Chi non rispetta paga, e paga sempre un conto salato. Giochini e giochetti non sono immaginabili, compresi e accettati.