C’è un mondo magico dove il Covid non c’è stato o, se c’è stato, ora è passato e si torna all’antico facendo finta di niente e riprendendo le vecchie abitudini. Un mondo in cui chi ha bruciato miliardi di euro di ricavi (se ne stimano 8 almeno ma l’onda lunga dello tsunami non è finita) nella maggior parte dei casi non ha ricevuto uno straccio di aiuto, si è indebitato per evitare di portare i libri in tribunale e adesso deve anche pagare il conto a quelli del ‘mondo magico’. Che non si trova su Marte – anche se sembra – ma a Nyon in Svizzera, sede della UEFA di Ceferin che continua a ragionare come se la più grave crisi di sistema del Dopoguerra non sia esistita.
Le sanzioni a una ventina di club per non aver rispettato i paletti del (morto) Fair Play Finanziario
L’ultima novità sono le sanzioni a una ventina di club per non aver rispettato i paletti del (morto) Fair Play Finanziario nel biennio 2019-2021. Strano? Per nulla. Senza ticketing, con gli sponsor in fuga, i diritti tv tagliati (anche dalla stessa UEFA per le coppe europee… oh yes) e i calciatori poco propensi a fare sconti, protetti da regole unilaterali, le società non sono nemmeno andate vicine ai limiti imposti nel calcio pre Covid e che non varranno più nemmeno dopo, visto che è stato varato un nuovo regolamento su basi totalmente diverse.
A Nyon hanno fatto finta di comprendere allentando un po’ la morsa
A Nyon hanno fatto finta di comprendere allentando un po’ la morsa, ma poi si sono ripresentati come esattori delle tasse: multe, limiti sul mercato e condizionamenti vari, ecco la ricetta per punire che già fatica a stare in piedi. Ovviamente con il filo di ipocrisia per cui chi è potente davvero, e da un decennio fa quello che vuole, non sentirà nemmeno il solletico per il denaro richiesto. Mentre gli altri si troveranno nuovi ostacoli da superare nel percorso ad ostacoli per tornare ai livelli di business pre crisi. Nell’elenco ci sono anche squadre italiane: Juventus, Inter, Roma e Milan. Affronteranno il loro giudizio e pagheranno il conto.
La UEFA non ha flessibilità per nessuno se non per se stessa
La cosa lunare e’ che la UEFA non ha flessibilità per nessuno se non per se stessa. Perché l’ottimo presidente Ceferin del Covid si era accorto, eccome, ma poi ha lasciato stare. Nell’estate 2021 aveva annunciato un piano da 6 miliardi di euro per aiutare i club, che sono poi quelli che tengono in piedi tutto il meccanismo e che non devono scomparire, altrimenti crolla tutto (compreso il potere della UEFA). Nemmeno un anno dopo ha bloccato il progetto, ufficiosamente per problemi a finanziarlo e a scrivere norme condivise. Quindi niente sostegni e multe da pagare. Con in arrivo una pronuncia della Corte di Giustizia europea proprio sul ruolo della UEFA, sul suo monopolio e su un castello che si regge su leggi pensate nel secolo scorso e ormai inattuali. Forse. Di sicuro privo di logica e’ stangare chi sta provando a resistere.