Come Jim Carrey in Una settimana da Dio, Claudio Lotito ha vissuto sotto Pasqua i giorni del raccolto uscendo quasi indenne da tutte le trappole di politica e giustizia (sportiva) disseminate sul suo percorso. È il vero vincitore dell’affaire tamponi, quel pasticcio che ha spinto la Procura della Federcalcio a deferirlo insieme alla Lazio con sei pesantissimi capi di imputazione e il sospetto infamante di aver fatto il furbo nel balletto dei test in pieno autunno. Roba grossa e da penalizzazione della squadra, se accertata.
Una montagna che ha partorito il topolino di una multa per la Lazio e dell’inibizione di sette mesi per il suo presidente. Che non l’ha nemmeno presa benissimo e andrà in appello, così come gli accusatori della Figc, ma che alla fine ha ottenuto per sé quello che cercava. Ovvero, di non arrivare alla fatidica soglia dei dodici mesi complessivi di squalifiche negli ultimi dieci anni, che gli sarebbe costata la decadenza dalle cariche federali e l’uscita dal palazzo del potere senza troppi ringraziamenti.
Anche per questo Lotito aveva impostato la linea difensiva utilizzando la 231, la legge che definisce gli ambiti di punibilità all’interno di un’azienda secondo il modello organizzativo attuato. Ha vinto e posto le basi per rifinire meglio la vittoria. E anche il rigetto del suo ricorso contro l’ordine di rigiocare (anzi, giocare) la partita con il Torino saltata causa focolaio di Covid in casa granata nasconde in realtà un successo politico del presidente laziale.
Le motivazioni del professor Sandulli gli danno torto nell’esito ma ragione nel merito. E mettono nero su bianco il parere del Tribunale Figc, secondo cui Urbano Cairo e il suo Torino si sono comportati da furbetti nel gestire i rapporti con la locale Asl, che ha fermato tutto, partita compresa. Una macchia non da poco e un dispositivo che ribalta il sentire comune secondo cui Lotito aveva torto e basta e, anzi, non avrebbe nemmeno dovuto andare oltre il primo grado del Giudice sportivo.
È possibile che la vicenda di Lazio-Torino finisca davanti al Collegio di Garanzia del Coni, quello che ha smontato il j’accuse di Sandulli contro il Napoli di De Laurentiis. Allora per rimettere il pallone in campo, questa volta chissà. Anche perché alla fine potrebbe convenire allo stesso Torino cercare una riabilitazione morale dopo gli schiaffi di Sandulli.
(Foto: Youtube / The Arena Ltd.)