Che lo Sport italiano sia in un momento buio è risaputo. Sarà anche colpa del fatto che i due uomini più «potenti» del settore stanno vivendo momenti difficili. Di Spadafora, il Ministro, abbiamo appena parlato; l’altro, il Presidente del Coni Malagò, sta cercando di uscire dal pozzo dove il primo governo Conte lo aveva ricacciato togliendogli di fatto la gestione di centinaia e centinaia di milioni di euro. Memorabili i litigi con l’allora vice premier, Salvini: «è l’occupazione del Coni da parte della politica», tuonò Malagò. «È nervoso – rispose Salvini – capita quando ti toccano un sacco di soldi». I bene informati sanno benissimo che non era solo una questione economica ma anche di «potere», di quell’area di contatti, amicizie, rapporti di cui Malagò è ben fornito a Roma e non solo e che al leader della Lega (ma non solo a lui) piaceva poco, se non meno.
Ad essere sinceri non è che con il cambio di governo le cose per Malagò siano tornate come prima. Anche tra i grillini infatti c’è chi non lo apprezza al 100% e con il Ministro Spadafora siamo a rapporti «istituzionali». Sulla riforma dello sport ad esempio, arrivata in Consiglio dei Ministri, Malagò è apparso sempre freddino, per non dire contrario: «È un classico pasticcio all’italiana – ha detto il numero 1 del Coni – la situazione è molto delicata». La grande paura del Signore del prestigioso Circolo Aniene è però un’altra; non riuscire a fare sue le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026. Una vetrina su cui politici di ogni tipo (governo, Regioni e non solo) vogliono porre la loro bandierina dato il prestigio e la ribalta internazionale.
Come sono lontani i tempi d’oro, come il famoso Capodanno del 2017 quando Malagò ospitò un gruppo di vip (Totti, Federica Pellegrini e non solo) in uno dei più esclusivi resort delle Maldive. (Foto: CONI)