L’estate 2023 del Milan passerà alla storia come quella delle bandiere ammainate. Da un lato Paolo Maldini silurato all’indomani della fine del campionato da Gerry Cardinale per forti divergenze di vedute su progetti e investimenti. Dall’altro il capitan futuro Sandro Tonali venduto al migliore offerente e scaricato sull’altare del bilancio.
Hanno lasciato i tifosi rossoneri vedovi delle proprie certezze e bandiere
E così come in una sorta di climax ascendente hanno lasciato i tifosi rossoneri vedovi delle proprie certezze e bandiere. In campo e fuori. Via appunto Zlatan Ibrahimovic e Paolo Maldini nel giro di ventiquattro ore dopo la fine del campionato di Serie A. Adesso la vendita di Sandro Tonali al Newcastle per 80 milioni (bonus compresi). Una svolta che ha ridotto il milanismo all’interno del club. Attenzione però non é questo il punto focale di tutta la vicenda. Anche tanti altri club importanti hanno ammainato le loro bandiere: d’altronde Alex Del Piero non fa parte della Juventus, Giancarlo Antognoni é stato esautorato dalla Fiorentina, Marek Hamsik non rientra nei piani del Napoli e Francesco Totti é durato come un gatto in tangenziale alla Roma.
La questione appunto é un’altra: la mossa rischiosa del Diavolo é quella di essersi affidati a debuttanti e neofiti
Eppure tutte queste società hanno comunque raggiunto traguardi importanti negli ultimi anni. La questione appunto é un’altra: la mossa rischiosa del Diavolo é quella di essersi affidati a debuttanti e neofiti. Per intenderci: Giorgio Furlani non ha l’esperienza nel ruolo delicato di Ceo e rischia di farsi travolgere nel delicato quanto complesso mondo del pallone. Soprattutto in ambito di calciomercato, dove la scorsa settimana ha ricevuto una lezione dal duo composto da Beppe Marotta e Piero Ausilio, che gli hanno soffiato da sotto il naso in mezza giornata quello che era diventato l’obiettivo principale del Milan per l’attacco. Parliamo naturalmente di quel Marcus Thuram corteggiato per due settimane dai dirigenti milanisti, con tanto di sfacciato ottimismo per la firma fatto trapelare per 3-4 giorni prima della beffa e del contropiede nerazzurro.
Un autogol mediatico soprattutto che testimonia l’essere ancora acerbi dei nuovi manager milanisti
Un autogol mediatico soprattutto che testimonia l’essere ancora acerbi dei nuovi manager milanisti. Ecco perché forse servirebbe un innesto nell’area tecnica. Una figura esperta in grado di traghettare i nuovi verso il nuovo mondo. Difficile che ciò accadrà: il Milan cerca un Club Manager che possa fare da filtro tra dirigenza e spogliatoio a Milanello. In pratica un front-man per le interviste del pre e post partita. Comprensibile che fiocchino i rifiuti per l’incarico da parte degli top player milanisti. Dopo Zlatan Ibrahimovic anche Ricardo Kakà ha naturalmente declinato. Un’idea porta a Daniele Massaro, ma i tifosi si aspettano un nome più glamour. Lo stesso dalla patina internazionale che vorrebbe Red Bird. Occhio quindi a Oliver Bierhoff, libero dopo la lunga esperienza dirigenziale con la Nazionale tedesca. Il pysique du role non gli manca, il passato milanista idem. Potrebbe essere il supporto giusto per voltare pagina e ripartire dopo un giugno caratterizzato dai grandi addiii.