Di male in peggio. La situazione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 purtroppo sembra seguire il percorso a dir poco anticipato che ne ha contraddistinto la prima fase. Se fino a pochi mesi fa la responsabilità degli insuccessi a 360° (opere e target delle sponsorizzazioni) registrate era stata sempre attribuita all’ex ad, Vincenzo Novari beh, oggi, dopo il cambio della guardia con la nomina di volere governativo (ma non solo) di Andrea Varnier a capo delle operazioni non ha portato le accelerazioni sperate.
Milano-Cortina 2026, Varnier è stato scelto per i suoi rapporti con il Cio e gli ambienti degli sponsor
Certo, come detto fin dall’inizio Varnier è stato scelto per i suoi rapporti con il Cio e gli ambienti degli sponsor e da questo punto di vista qualche risultato è stato portato a casa ma per quanto riguarda le opere ed i lavori la situazione è ancora grigia, per non dire nera. Basta dire che ad oggi non è stata ad esempio presa una scelta definitiva sulla sede delle competizioni di Pattinaggio di Velocità: Baselga di Piné infatti è da un paio di mesi saltata dai programmi e ci si divide tra Milano e Torino. Ecco, Torino…
Varnier starebbe spingendo per allargare ad ovest le olimpiadi
Il capoluogo piemontese da mesi, anzi da più di un anno, sta raccontando a destra e a sinistra la propria disponibilità a diventare nuova sede di questa o quella gara dato che le strutture utilizzate per i Giochi del 2006 (opere spesso rimaste vere e e proprie cattedrali nel deserto: leggasi ad esempio il trampolino del salto a Pragelato….). Ma da qualche settimana si dice che Varnier stia spingendo in quella direzione, spingendo per allargare ad ovest le olimpiadi (che a questo punto dovrebbero chiamarsi Milano-Cortina-Bormio-Livigno-Torino 2026, per un minimo di onestà intellettuale...). Niente di sbagliato, per carità, ma nei palazzi della politica fanno notare il forte legame che lega Varnier alla famiglia Abete che da sempre ha per la città della Mole Antonelliana un’attenzione particolare. Non solo Luigi Abete, uno degli uomini che hanno fatto la storia della finanza e dell’industria degli ultimi 50 anni, ma anche del figlio, Antonio Abete Presidente di Filmmaster Group )tra le altre cose), società di eventi e non solo, protagonista delle cerimonie di inaugurazione ed apertura ad esempio degli Europei 2020 di calcio o delle Olimpiadi di Rio. E per molti anni, il braccio destro di Antonio Abete in Filmmaster e ceo della società è stato proprio Andrea Varnier.
I pettegolezzi attorno al tavolo di chi decide e comanda sulla Fondazione
Vanno poi segnalati altri pettegolezzi attorno al tavolo di chi decide e comanda sulla Fondazione. Malgrado il cambio dell’Ad infatti le liti interne tra Sala e Fontana (e quindi Matteo Salvini per interposta persona) non si sarebbero placate, anzi. D’altronde è stato chiaro a tutti fin dall’inizio che l’eccessivo numero di enti coinvolti (di diverse posizioni politiche con relativi interessi) avrebbe creato un groviglio difficile da districare, se non impossibile.
Alla fine però sono tutti d’accordo su una cosa: una soluzione, all’italiana, si troverà. Alla fine, tra meno ormai di tre anni, tutto sarà pronto ed organizzato a dovere e tutti potranno dirsi vincitori. Poi si solleverà il tappeto e si scoprirà come in molte case, la polvere ben nascosta sotto